"Caro/a Luigi, Anselmo, Eleonora". Una lettera che inizia amichevolmente con il tuo nome, prosegue imponendoti un contratto che fa rima con ricatto e che si chiude con la richiesta di essere anche entusiasta della proposta, alla quale - è chiaro - non puoi rinunciare pena il licenziamento. È il contenuto della mail inviata dalla società Deliveroo ai suoi lavoratori, ai riders, coloro che ogni giorno ci consegnano i pasti a casa o in ufficio.

Una lettera che impone la firma di un contratto siglato da Deliveroo con l’Ugl e che inquadra come lavoratori autonomi coloro che invece sono a tutti gli effetti dei dipendenti. Non solamente, i riders non hanno chance: “Se non firmerai il nuovo contratto di collaborazione entro il 2 novembre – si legge nella missiva - , a partire dal giorno 3 novembre non potrai più consegnare con Deliveroo poiché il tuo contratto non sarà più conforme alla legge. Se non desideri continuare a consegnare con Deliveroo secondo i termini previsti dal ccnl, questa e-mail costituisce il preavviso formale della risoluzione del tuo attuale contratto che terminerà il giorno 2 novembre 2020. Fino ad allora, potrai continuare a lavorare in base al tuo contratto esistente”.

“Basta ricattare i lavoratori”, risponde Tania Scacchetti, segretaria nazionale della Cgil, assicurando che il sindacato contrasterà l’accordo sottoscritto da Assodelivery con l’Ugl.  “Le minacce di licenziamento che stanno ricevendo in questi giorni i riders di alcune piattaforme del food delivery – afferma Scacchetti - poiché si rifiutano di accettare le nuove condizioni contrattuali, dimostrano che il contratto siglato è un’intesa totalmente a perdere per i lavoratori. Non possiamo accettare un simile ricatto”. “Insieme a Cisl e Uil - prosegue la dirigente sindacale - abbiamo già denunciato l’illegittimità di tale accordo collettivo, un accordo che abbiamo definito peggiorativo delle condizioni dei ciclofattorini. Perplessità condivise e tempestivamente notificate anche dal ministero del Lavoro ad Assodelivery”.

Dal canto suo Danilo Morini, che coordina i riders per la Filt Cgil, precisa che quello firmato “è un contratto di comodo con un sindacato accondiscendente, l’Ugl”, Sottolinea quindi come quello dei riders non sia un lavoro autonomo, in quanto i lavoratori di Deliveroo “eseguono quello che viene detto loro di eseguire”, non decidono autonomamente cosa, quando e come fare, quindi è un lavoro subordinato. Quello che invece la Filt Cgil ritiene corretto è l’applicazione del contratto che il sindacato ha firmato per i lavoratori di Firenze e l’accordo quadro per la regione Toscana.

In quel testo la tipologia è il lavoro dipendente, come prevede il settore logistica e merci, e implica tutte le tutele di un contratto nazionale: 14 mensilità, ferie, malattia, maternità e paternità, integrazioni e maggiorazioni del contratto, assicurazione e trattamento di fine rapporto. Morini aggiunge che è contemplata anche tutta una parte integrativa, la contrattazione di secondo livello, “per cogliere le peculiarità che sono legate, ad esempio, alla città in cui il rider lavora, la sua dimensione, l’orografia, la popolazione. Anche gli indennizzi legati all’uso della bicicletta o del motociclo (manutenzione e consumi) si contrattano nell’integrativo e così anche i buoni pasto, la formazione (anche in relazione allo sviluppo dei sistemi digitali), i premi di risultato e la gestione dei dati e il rapporto con la privacy”.

Il sindacato ha promosso, assieme alle categorie interessate, fa sapere poi Scacchetti, “iniziative di mobilitazione in molti territori. Si si è attivato immediatamente per avviare un percorso vertenziale, individuale e collettivo, in ogni sede giudiziaria per opporci ad azioni padronali discriminatorie e lesive dei diritti dei lavoratori e per contrastare in toto l’applicazione di questo accordo”. Il Nidil Cgil ha organizzato per il 9 ottobre a Firenze presidio in bicicletta in piazza alle 10.30.

"La gravità dei comportamenti delle aziende aderenti ad Assodelivery – conclude Scacchetti - rappresenta un campanello d'allarme che va oltre la situazione lavorativa dei soli riders. I lavoratori della gig economy, in special modo delle piattaforme digitali, rischiano tutti un sostanziale azzeramento di diritti, che per la Cgil non sono negoziabili in quanto frutto di decenni di lotte”. Nelle prossime settimane saranno messe in campo numerose azioni e mobilitazioni, finalizzate alla tutela collettiva e individuale dei ciclofattorini e a dare adeguata visibilità e forza a una battaglia di civiltà: la difesa della dignità del lavoro.