Un pacchetto di 16 ore di sciopero: otto da tenersi in ottobre a livello locale, con assemblee e volantinaggi in tutti i luoghi di lavoro; otto in programma per lo stop nazionale del prossimo 13 novembre. È dunque scattata la mobilitazione del settore del legno arredo per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto ormai da 17 mesi. Dopo il riuscito sciopero del 21 febbraio scorso e la pausa forzata dall’emergenza sanitaria “la ripresa del tavolo è stata sempre in salita”, spiegano Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil.

“La Federlegno è arroccata sulle proprie posizioni, volte a negare qualsivoglia riconoscimento alle lavoratrici e ai lavoratori del settore”, aggiungono i sindacati, precisando che la Federazione delle imprese, aderente a Confindustria, sta “attuando una serie di costanti provocazioni, proponendo una gestione unilaterale dell'organizzazione del lavoro, un aumento della precarietà e incrementi salariali non in linea con le richieste sindacali e con lo stesso andamento del settore”.

Il segretario generale della Fillea, Alessandro Genovesi, sceglie di intervenire in un video. "Dopo 17 mesi, una miriade di incontri e continue provocazioni abbiamo proclamato 16 ore di sciopero perché vogliamo il contratto - esordisce -. Vogliamo meno precarietà e un giusto riconoscimento delle professionalità".

Le imprese hanno ricevuto tanto, ora devono dare qualcosa indietro: "Di fronte alla crescita dei fatturati, di fronte ai molti finanziamenti pubblici come il bonus mobile, adesso è il momento di redistribuire. Diciamo no alla condotta di Federlegno: no alla gestione unilaterale degli orari, dei sabati e delle domeniche. Chiediamo il giusto salario".

Nel pacchetto di sciopero, le seconde otto ore andranno a comporre lo stop del 13 novembre. Genovesi chiama tutti a raccolta: "Andiamo a parlare con i colleghi, nelle aziende e nelle fabbriche: diamo un segnale forte a Federlegno che non può tenere in ostaggio il contratto nazionale. Costruiamo un settore moderno. Invito tutti a scioperare in maniera convinta, per il contratto e il riconoscimento salariale. Le fabbriche di legno e arredo le portiamo avanti noi, i lavoratori" (E.D.N.).