“Un esito complessivamente positivo”. Così Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti sul confronto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per l’avvio dal 4 maggio della fase 2 nel settore dei trasporti, spiegando che “l’obiettivo comune è stato quello di far ripartire il sistema di trasporto pubblico collettivo nella condizione di massima sicurezza, anche per evitare un ricorso eccessivo ai mezzi privati, sia per gli effetti ambientali nelle grandi aree urbane e sia per non mettere ulteriormente in crisi il settore, già duramente colpito dalla fase di chiusura degli scorsi mesi”.

“Bene che nel Dpcm - spiegano le tre organizzazioni sindacali - venga inserito il Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione da Covid-19 nei settori dei trasporti e della logistica del 20 Marzo, sottoscritto dal Ministero e da tutte le parti sociali del settore, che stabilisce le condizioni di lavoro in sicurezza per i nostri settori. Assume quindi una maggiore forza di norma sia in termini prescrittivi che sanzionatori”.

“Sulle linee guida per i viaggiatori per rendere compatibile l’uso del trasporto collettivo con la sicurezza dei passeggeri, di competenza del Mit e che non sono oggetto di accordo - proseguono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti - siamo riusciti a far inserire alcuni punti qualificanti, inizialmente non previsti, come l’obbligatorietà dell’uso delle mascherine a bordo dei mezzi pubblici, fermo restando l’obbligo del distanziamento sociale definito dalle norme più generali e la non responsabilità dei lavoratori verso il rispetto delle norme di sicurezza da parte dei viaggiatori. Rimangono elementi di perplessità su alcune norme, lasciate ancora sotto forma di raccomandazioni e su altre che sono incoerenti rispetto al provvedimento complessivo, in particolare, mentre a terra ci sarà il take away dei generi alimentari, a bordo dei treni sono sospesi servizi di ristorazione”.

“Da parte del Mit inoltre - spiegano i sindacati - c’è l’impegno nel cosiddetto decreto Cura Italia bis a reperire risorse per il settore che, già duramente colpito dalla crisi, necessita di ulteriori ed ingenti finanziamenti aggiuntivi, in particolare in una fase che prevederà il contingentamento e quindi la riduzione degli introiti, accompagnata dalla necessità di garantire comunque un servizio in sicurezza per i cittadini. Un mix che, se non supportato adeguatamente sul piano economico, rischia di mettere in difficoltà pesanti le aziende e, di conseguenza, i lavoratori”.

“La fase che si avvia dal 4 maggio fino a settembre - sostengono inoltre Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - caratterizzata dall’assenza degli spostamenti per scuola e turismo e da una considerevole riduzione degli spostamenti familiari, dovrà essere caratterizzata dall’implementazione di tutti i sistemi in grado di affrontare la fase successiva. In particolare - sottolineano infine le tre organizzazioni sindacali - è indispensabile aumentare l’offerta di mezzi pubblici, utilizzando tutti quelli disponibili ed intervenire su una nuova organizzazione delle attività produttive, commerciali, scolastiche e degli uffici pubblici, che consenta una rimodulazione dei tempi delle città, limitando al massimo le cosiddette ore di punta”.