L’accordo quadro sottoscritto ieri (20 marzo) presso la Regione Puglia è importante perché estende a una platea solitamente di non garantiti lo strumento della cassa integrazione in deroga. Va da sé i 106,5 milioni sbloccati dal Governo devono essere solo una prima tranche se vogliamo davvero assicurare un reddito a tutti quei lavoratori che non sono messi nelle condizioni di poter operare in totale sicurezza nelle proprie aziende”. È il commento dei segretari generali di Cgil Cisl Uil di Puglia – Pino Gesmundo, Daniela Fumarola, Franco Busto – all’intesa sottoscritta ieri sera in applicazione dell’articolo 22 del Decreto cosiddetto “Cura Italia” legato all’emergenza Covid-19.

“Si tratta di una cifra importante che punta a dare sostegno a lavoratori che non posso accedere agli ammortizzatori sociali ordinari, e garantisce alcuni settore importanti per il lavoro e l’economia pugliese – proseguono i tre segretari -. Dagli operai agricoli a chi opera nel settore della pesca, chi ha un rapporto di lavoro a termine o intermittente, chi lavora nel terzo settore o in cooperative sociali, apprendisti e somministrati”.

“Siamo quotidianamente impegnati – concludono Gesmundo, Fumarola e Busto – nel garantire tutele ai lavoratori, sia sul piano reddituale che la sicurezza, impegnati con i nostri Rls e Rlst per il pieno rispetto del protocollo per la sicurezza. Ci aspettiamo dal Governo quanto prima lo stanziamento di risorse aggiuntive e l’estensione degli strumenti a quelle forme di lavoro non previste nel primo decreto, dalle badanti alle baby sitter. A tutti i lavoratori deve arrivare forte il messaggio che non sono soli in questo difficile momento, e che la salute di ognuno è prioritaria anche per fermare la diffusione del contagio e tornare quanto prima a poter lavorare e vivere in serenità e senza rischi”.