“Nel corso degli ultimi anni la frammentazione del lavoro ha creato milioni di lavoratori ‘invisibili’ e contribuito a fenomeni come il caporalato e il malaffare. Da qui nasce la necessità di ricomporre i diritti dei tanti ‘invisibili’ all'interno di una contrattazione inclusiva a livello aziendale, di sito e di territorio, ma anche nella contrattazione nazionale”. Lo afferma la segretaria confederale della Cgil Ivana Galli in un'intervista a RadioArticolo1. Il riferimento è non solo ai rider, ma anche ai tantissimi lavoratori che stanno negli appalti, nei subappalti e nei call-center: “Queste parcellizzazioni – osserva la dirigente sindacale della Cgil – hanno scaricato il costo del lavoro sui settori più fragili, soprattutto sui giovani e sulle donne”, fino ad arrivare a “condizioni di sfruttamento”.

Come sindacato, aggiunge, “ci dobbiamo quindi ripensare e non guardare più soltanto a una dimensione aziendale che purtroppo non c'è più: non c'è più la grande fabbrica, bensì un territorio con piccoli insediamenti, con gli appalti nei sottoscala e nei luoghi più sperduti. Ci sono tanti casi limite che dobbiamo capire e avvicinare. È la nostra idea di sindacato di strada che incontra e incrocia queste situazioni di invisibilità sotto tutti i punti di vista. Da questo punto di vista – aggiunge – dobbiamo ripensarci e sicuramente non è tardi per farlo, perché le nostre categorie e le Camere del lavoro hanno già sperimentato e avviato un lavoro di contrattazione inclusiva e territoriale. Queste buone pratiche – osserva Galli – devono diventare la norma: ne ha bisogno il mondo del lavoro, ma ne ha bisogno anche un’organizzazione sindacale come la nostra”.

Tra l’altro, ricorda la segreteria confederale, sono questi i principi alla base della Carta dei diritti presentata dalla Cgil in Parlamento come legge di iniziativa popolare: “L'elemento essenziale e unificante – aggiunge – è proprio quelli dei diritti sindacali universali: permettere cioè l'agibilità sindacale, il diritto di assemblea, l’informazione, ovvero diritti essenziali che possono unificare i lavoratori che si trovano a operare in uno stesso perimetro. La Carta dei diritti mette proprio questo al centro: indipendentemente dalla dimensione aziendale e dal numero dei lavoratori, devono essere applicati i diritti sindacali. Ed è importante – conclude – che con il nuovo governo se ne torni a parlare”.