Via libera all'assunzione di  53.627 docenti. L'autorizzazione è arrivata dal Mef. Una notizia solo in parte buona perché, come osserva Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil, "le assunzioni sono 12 meno meno di quanto siano le reali disponibilità. Mef e Miur si rimpallano le responsabilità, sostenendo che a causa della riduzione degli alunni e del calo delle nascite più di così non si può fare". Naturalmente le stabilizzazioni sono sempre un fatto positivo perché danno continuità alla didattica e al servizio, "ma la buona volontà non basta. Per poter garantire il diritto sociale all'istruzione, la scuola ha bisogno di assumere tutti i docenti che le occorrono. Così come ha bisogno di stabilizzare gli oltre 50 mila posti dati in deroga sul sostegno ogni anno, di coprire tutti i 19 mila posti liberi del personale Ata e degli oltre 2 mila posti di dirigenti scolastici".

Invece, rimarca Sinopoli, "ad appena un mese dall'avvio dell'anno scolastico, registriamo scelte al di sotto delle necessità reali e a ritardi clamorosi". Per il segretario della Flc, "i fatti ci dicono questo: a settembre i posti liberi non si coprono tutti e quelli autorizzati si coprono con molto ritardo, con riverberi sulla stessa nomina dei supplenti. Di conseguenza la situazione rischia di essere ancora più disastrosa dello scorso anno. La Flc Cgil da tempo propone soluzioni chiare ed efficaci: investimenti in istruzione in linea con la media europea a partire da una diversa politica sugli organici".

E se è vero che la perdita degli alunni corrisponde a una grande emergenza nazionale, il declino demografico, "continuare a utilizzare questo criterio (il numero degli alunni) porta ad assecondare lo spopolamento di interi territori a partire dal Mezzogiorno e dalle aree interne. Serve invece investire sul tempo-scuola, quindi sugli organici necessari e sulle infrastrutture necessarie a garantirlo dove manchino".

E infine, per Sinopoli è urgente intervenire sui seguenti punti: "Regolarità dei concorsi e semplificazione del sistema di reclutamento, programmazione triennale e stabilità dei finanziamenti e del personale. Per un Paese che vuole crescere, guardando al futuro, gli investimenti in istruzione sono una priorità politica assoluta, come spesso afferma anche il premier Conte e come è scritto a caratteri cubitali nell'accordo governo-sindacati del 24 aprile scorso. Noi misureremo su questi punti la coerenza del governo e del ministro".