Sciopero di otto ore dei dipendenti delle Ferrovie dello Stato della Calabria venerdì 22 marzo “per protestare contro le politiche di Trenitalia che penalizzano fortemente tutto il territorio calabrese”. I sindacati, spiega in una nota Antonello Gangemi, responsabile regionale della Filt Cgil, “come stanno facendo ormai da anni, contestano la mancanza di investimenti di Ferrovie e le scelte politiche dei governi nazionali che hanno reso marginale la nostra regione. Anche quest'ultimo governo non ha invertito la rotta. Con la stessa determinazione vogliamo sottolineare anche le responsabilità che ha la Regione nel trasporto regionale: la Calabria è l'unica regione a non aver sottoscritto con Trenitalia il contratto di servizio, con gravi conseguenze sui servizi, sul materiale rotabile, sui lavoratori e sugli utenti”.

Ma ci sono aspetti ancora più concreti e immediatamente percepibili alla base di questo sciopero. “Chiediamo maggiori garanzie per la sicurezza dell'esercizio ferroviario con l'immediato ripristino del carro soccorso sia a Paola che a Catanzaro Lido; un piano di assunzioni per macchinisti e capitreno nel comprensorio cosentino (Sibari, Cosenza e Paola), oltre che manutentori per l'officina di Reggio Calabria; la costituzione a Paola di un impianto di piccola manutenzione mediante assunzioni mirate e potenziamento dell'impianto di verifica di Paola; la costituzione di un presidio di bordo a Paola e la riapertura del polo amministrativo di Cosenza; il rispetto degli accordi nazionali sui turni; la necessità di portare ulteriori commesse per la Onma di Catanzaro; gli investimenti sul materiale rotabile per soddisfare la richiesta di mobilità in Calabria; la nostra contrarietà alla chiusura delle Officine di Paola”, conclude l'esponente sindacale: “Occorre prendere coscienza che la Calabria deve essere tenuta in considerazione da Ferrovie e bisogna respingere con forza il tentativo di far passare come importanti risultati le briciole di investimenti che hanno portato la nostra regione nelle condizioni marginali in cui si trova. Adesso bisogna invertire la rotta, cambiare registro. Lo sciopero ha questo obiettivo”.