Sabato scorso si è chiusa la controconferenza sulle droghe, di cui già avevamo anticipato su queste pagine, che si è articolata in tre giornate dense di interventi e contributi di tutto quel mondo di esperti, operatori, consumatori, escluso dai lavori della conferenza governativa, e che da anni prova a portare un punto di vista e un’elaborazione basati su studi, ricerche, esperienze sul campo, e non su ideologie.

La prima giornata, dedicata al quadro internazionale, ha visto gli interventi, fra gli altri, dell’Alto Commissario Onu per i diritti Umani, Saner Mahmood, che ha ancora una volta evidenziato il fallimento delle politiche esclusivamente repressive e proibizioniste, della guerra alla droga, che, di fatto, è guerra alle persone, e la necessità di un cambiamento radicale delle politiche, come suggerisce anche la risoluzione Onu del marzo scorso, votata anche dall’Italia.

Da tutti gli interventi è emerso il messaggio chiaro che le politiche punitive non riducono i consumi e non migliorano la salute pubblica, mentre producono esclusione e stigma. Sono state illustrate le politiche intraprese da diversi Paesi, che si sostanziano nella depenalizzazione e nella promozione di servizi di riduzione del danno, con evidenti risultati in termini di salute e benessere delle persone.

La seconda giornata ha affrontato i temi legati alla riduzione del danno come politica sociale e approccio strategico, alla decarcerizzazione e deistituzionalizzazione, alle necessarie riforme legislative. Una sessione dedicata ha visto un proficuo confronto con esponenti dei partiti di opposizione, che hanno condiviso la necessità di un quadro di riforme sostanziali, e di un percorso condiviso per i necessari interventi di riforma, con il coinvolgimento delle Regioni e delle autonomie locali.

Sabato 8 novembre la controconferenza si è spostata in Campidoglio, dove, oltre alla sessione sulla legalizzazione della cannabis, si è tenuto un confronto aperto con gli amministratori locali della rete Elide: le amministrazioni locali sono il primo livello istituzionale che può attuare politiche concrete, basate sui diritti delle persone, in contrasto alle politiche securitarie ed escludenti portate avanti oggi più di sempre dal governo, rilanciando lo stato sociale, oggi sostituito dal penale.

Il titolo dato alla controconferenza era “Sulle droghe abbiamo un piano”: è emerso chiaramente da tutte le tre giornate come i contenuti di questo piano debbano sostanziarsi in politiche efficaci, giuste, sicure per la salute, il benessere e l’inclusione.

Le proposte condivise, sintetizzate in un documento conclusivo, spaziano dalla indispensabile riforma della normativa vigente, dalla abrogazione delle norme emanate da questo governo, come il decreto rave, la riforma del codice della strada, il decreto sicurezza, alla predisposizione di servizi integrati, nell’ottica della riduzione del danno/limitazione dei rischi, adeguatamente finanziati, a garanzia dell’esigibilità dei Led su tutto il territorio nazionale. In questo senso si è sostenuta la necessità di un rinnovato accordo Stato-Regioni per la riorganizzazione complessiva del sistema dei servizi, centrato sulla regolazione sociale del fenomeno, alternativa al modello repressivo, penale, patologico.

Per quanto riguarda il nostro osservatorio, come organizzazione sindacale generale e confederale, parlare di ridurre il danno, e non i diritti, significa, in coerenza con gli obiettivi che abbiamo condiviso sul sistema dei servizi, dire stop al lavoro precario, a servizi affidati spesso in una logica emergenziale, e di mero contenimento dei costi, che non garantiscono i diritti delle persone che li utilizzano, e degli operatori impiegati.

Significa uscire da una logica di esternalizzazione e di appalto, garantendo risposte efficaci in tutti i territori, soprattutto per quanto riguarda i servizi di prossimità, le unità di strada, i servizi a bassa soglia. Dare, in buona sostanza, certezza all’applicazione dei Lea.

Il nostro impegno prosegue, con tutta la rete: è indispensabile, nei prossimi mesi, dare concretezza a quanto emerso e condiviso nella controconferenza, con un lavoro mirato e declinato nei territori, al fine di rendere concreti ed esigibili i diritti garantiti dalla Costituzione, a partire dal diritto alla salute e al benessere delle persone.

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