È la disoccupazione il primo problema per i giovani di Taranto e nella scala delle priorità di vita, dopo il primo posto assegnato alla famiglia, viene la stabilità lavorativa. Ma altro elemento clou, è soprattutto la mancanza di fiducia sulla possibilità di ripresa e di sviluppo dell’area di Taranto. È quanto in sintesi scaturisce dalle risposte ad un questionario che a Taranto Nidil, Nuove indentità di lavoro, hanno distribuito a 494 ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni, frequentanti gli istituti superiori. 

Per la sociologa Patrizia Loiscio dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del Lavoro (Anpal), incaricata dell’analisi dei dati raccolti, i ragazzi interpellati col questionario “non immaginano il loro futuro nella terra in cui sono nati (75%) e che dall’Università fino al progetto di vita si pensano altrove, non solo lontano da Taranto ma anche lontano dalla loro regione. Anche la prospettiva del rientro cambia rispetto al passato - ha aggiunto Loiscio -. Il rientro non è previsto". 

E se prima si pensava di andare fuori per acquisire competenze e poi tornare, oggi, invece, tale ipotesi è considerata un ”minus” soprattutto per un territorio che, a loro dire, è povero di mezzi o non ci sono alternative di lavoro soddisfacenti per reddito, possibilità di carriera o rispetto dei diritti”. Nello specifico del questionario, alla domanda su quale sia il problema più grande per Taranto, l’80% degli intervistati risponde la disoccupazione. Inoltre, il 60% degli intervistati ritiene che debba essere migliorata la rete dei trasporti; il 51 vorrebbe il wi-fi gratuito negli spazi pubblici; il 49 auspica maggiori spazi per concerti e musica dal vivo; il 47 vorrebbe maggiori spazi dedicati allo sport mentre il 28 % lamenta l’assenza di politiche adeguate per la cultura e di biblioteche.