Un mercato del lavoro sempre più fragile, attraversato da contratti pirata, salari compressi e tutele ridotte. È questo il quadro che emerge dal report sul dumping contrattuale nella provincia di Ragusa, presentato il 17 dicembre, nel corso di una conferenza stampa promossa dalla Cgil di Ragusa nella sala riunioni della Camera del Lavoro.
Un momento di analisi pubblica e di confronto istituzionale su uno dei nodi più critici del lavoro contemporaneo: l’uso distorto della contrattazione collettiva e le sue ricadute dirette su lavoratrici, lavoratori e imprese corrette. Ad aprire i lavori è stato il segretario generale della Cgil di Ragusa, Giuseppe Roccuzzo, che ha illustrato le finalità del report e il quadro complessivo dei dati 2024, sottolineando come il dumping contrattuale non sia un fenomeno marginale ma un fattore strutturale di indebolimento del tessuto economico e sociale del territorio.
Al centro dell’incontro anche la presentazione della piattaforma informativa “Occhio al Contratto”, uno strumento digitale messo a disposizione dei lavoratori per verificare la correttezza del contratto applicato e contrastare pratiche elusive e irregolari, rendendo finalmente trasparente un ambito spesso opaco del rapporto di lavoro.
Nel corso della tavola rotonda sono intervenuti il ricercatore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Francesco Alifano, il segretario generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino, la direttrice provinciale Inps di Ragusa Teresa Papalia, la presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro Giusy Saraceno e il direttore dell’Ufficio Provinciale del Lavoro di Ragusa e Palermo Giovanni Vindigni.
Vindigni ha evidenziato come il report restituisca “non semplici statistiche, ma una fotografia fedele di una realtà sommersa”, resa visibile grazie a un uso rigoroso dei dati del sistema informativo Silabo. Ha inoltre lanciato l’allarme sulla drammatica carenza di personale ispettivo – in provincia di Ragusa di fatto opera un solo ispettore diviso su più funzioni – sottolineando come l’assenza di controlli alimenti concorrenza sleale e dumping. Da qui la proposta di costruire un tavolo permanente di confronto tra sindacati, istituzioni e categorie, affiancato da un rafforzamento strutturale dell’attività ispettiva, che deve tornare a essere anche prevenzione e non solo repressione.
Dal punto di vista scientifico, Alifano ha rimarcato il valore nazionale dello studio, uno dei primi in Italia capaci di misurare con precisione l’impatto del dumping contrattuale. “Da un contratto non rappresentativo – ha spiegato – possono derivare perdite salariali fino al 40% e peggioramenti significativi sul piano normativo e contributivo”. Il report, ha aggiunto, consente finalmente di passare “dalla percezione ai dati e dai dati alle politiche”, mettendo in luce una distorsione che penalizza lavoratori, sistema previdenziale e imprese oneste.
La presidente dei Consulenti del Lavoro, Giusy Saraceno, ha rivendicato il ruolo della categoria come presidio di legalità e di equilibrio tra diritti dei lavoratori e competitività delle imprese. “Il dumping contrattuale – ha affermato – colpisce prima di tutto le aziende virtuose e genera disuguaglianze profonde. Contrastarlo significa fare sistema, mettendo insieme professionisti, istituzioni e parti sociali”.
Nelle conclusioni, Alfio Mannino ha collocato il report dentro una riflessione più ampia sulla questione salariale e sul modello di sviluppo della Sicilia. “Oggi – ha detto – il lavoro povero non è un’eccezione, ma una condizione diffusa. In Sicilia l’87% dei lavoratori guadagna meno di 30 mila euro l’anno e le donne sono le più colpite da precarietà e contratti peggiorativi”. Da qui la richiesta di una legge sulla rappresentanza e di un rafforzamento dei controlli, a partire da appalti e subappalti pubblici. “Questo lavoro – ha concluso – non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Dai dati deve nascere un’agenda di cambiamento, perché senza lavoro dignitoso non c’è futuro per questo territorio”. La Cgil di Ragusa ha ribadito l’invito a istituzioni, operatori del settore e cittadini a proseguire il confronto, affinché la qualità del lavoro torni a essere una priorità centrale nell’agenda economica e sociale della provincia.
(Montaggio di Ivana Marrone)





















