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"Garantire e sostenere un servizio sociosanitario nazionale pubblico, uniforme, equo e solidale". Questo, secondo la Fp Cgil Campania, è l'obiettivo primario da perseguire a 24 mesi dall’inizio della pandemia da Covid-19.
"A ogni nuova ondata epidemica - denuncia l'organizzazione di categoria che rappresenta anche medici e dirigenti del Servizio sanitario -, le Regioni sembra non abbiano imparato nulla e si muovano come se fossero in presenza di una crisi nuova e sconosciuta, riportando le lancette del tempo indietro a gennaio 2020. Anche la Campania, a causa dell’aumento dei contagi, da qualche settimana sta affrontando la quarta ondata in assenza di un'organizzazione modulare della offerta sanitaria, ma con atti d'imperio indirizzati dalla Regione alle singole aziende".
"Intanto - secondo la Fp Cgil Campania -, nonostante molti posti letto siano stati riconvertiti per assistere pazienti positivi al virus, in tal modo penalizzando i percorsi assistenziali delle altre patologie, negli ospedali pubblici, i posti in rianimazione e in subintensiva si stanno progressivamente saturando, mentre l’area critica di emergenza sanitaria, comprensiva dei Pronto Soccorso, delle Obi (Osservazione breve intensiva) delle medicine di urgenza e del sistema 118, è allo stremo, la rete territoriale è al collasso e i policlinici universitari continuano a non fornire adeguato supporto al Ssr. Il personale, malgrado con senso di abnegazione in questi mesi si sia fatto carico delle carenze strutturali pre Covid, assicurando i Lea, provato da due anni di pandemia è sottoposto a un aumento dello stress da lavoro correlato, mentre i contagi sono in incremento tra il personale sanitario e gli stessi pazienti, a causa della promiscuità in area critica d'emergenza e dell'assenza di percorsi differenziati ospedalieri non ancora realizzati a distanza di quasi due anni".
"Non era difficile - conclude la Fp regionale - essere delle 'Cassandre' per prevedere che nulla sarebbe cambiato senza una programmazione sanitaria efficace e una organizzazione ospedaliera e territoriale flessibile e in assenza di un piano straordinario di assunzioni di personale che, se non attuato, vanificherà il Pnrr, ma soprattutto renderà vana la dichiarata volontà di un potenziamento della assistenza per la presa in carico dei bisogni di salute dei cittadini, perché l’unica lezione da trarre dalla pandemia è l’importanza di garantire e sostenere un Servizio sociosanitario nazionale pubblico, uniforme, equo e solidale con atti programmatori coerenti con i principi enunciati".