“La ricostruzione post sisma 2016 sta entrando nella fase più delicata, con migliaia di cantieri privati e decine e decine di opere pubbliche in esecuzione. Ora è il momento di intensificare l’azione di controllo e prevenzione contro illegalità, lavoro nero, rischio di infortuni”. Lo dichiara in una nota Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil al termine del coordinamento sisma, che riunisce tutte le strutture del sindacato di Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche.

“Per assurdo, con la fine del superbonus nel resto del Paese e l’avvio della seconda fase di ricostruzione - prosegue Genovesi - nei cantieri della area sisma si stanno presentando decine di aziende che non sono del territorio, alcune delle quali operano per la prima volta tra Lazio, Marche, Umbria ed Abruzzo e mai si sono occupate di messa in sicurezza antisismica. Diverse imprese inoltre, pur facendo lavori edili, non stanno applicando i Ccnl del settore, con tutto quello che comporta in termini di dumping, concorrenza sleale e soprattutto minore formazione e sicurezza. Anche il numero di subappaltatori sta crescendo e se da un lato - tra Durc di congruità, attività degli Uffici speciali per la ricostruzione, attività congiunte con le associazioni di impresa locali, Casse edili e Prefetture - sono in campo molti utili strumenti, dall’altro lato servono ora maggiori risorse e ulteriori interventi per evitare zone grigie, a danno di cittadini, comunità locali, lavoratori ed imprese serie”.

Per questo, la Fillea si attende maggiore attenzione da parte di tutte le istituzioni, Commissario straordinario e presidenti di Regione in primis, prefetti e Ispettorato "anche riattivando i tavoli sui flussi di manodopera provinciali al fine di controllare il rispetto dei protocolli di legalità, il rispetto dell’obbligo di consegnare i settimanali di cantiere sia alle Prefetture che, in forma semplificata alle Casse Edili, l’implementazione di piattaforme e badge di cantiere” conclude il leader degli edili Cgil.