Laureata in lettere e filosofia all’Università Cattolica di Milano e insegnante in un istituto tecnico industriale di Reggio Emilia Leonilde - per tutti Nilde - Iotti dopo l’8 settembre 1943 entra nelle file della Resistenza operando nei Gruppi di difesa della donna.

Segretaria dell’Udi a Reggio Emilia e membro del Consiglio comunale è tra le ventuno elette il 2 giugno 1946 all’Assemblea costituente. 

Nel 1948 è eletta per la prima volta alla Camera dei deputati. Riconfermata per le successive legislature - unico parlamentare italiano ad essere stato eletto ininterrottamente per 13 volte (14, contando anche l’Assemblea costituente) - il 20 giugno 1979 ne è eletta, prima donna nella storia, presidente.

“Onorevoli colleghi - affermava nell’occasione - con emozione profonda vi ringrazio per avermi chiamato col vostro voto e con la vostra fiducia a questo compito così ricco di responsabilità e di prestigio. Voi comprenderete, io credo, la mia emozione. In questo alto incarico mi ha preceduto l’onorevole Pietro Ingrao, che fino a ieri ha diretto i nostri lavori con grande intelligenza e imparzialità, e prima ancora l’onorevole Sandro Pertini, oggi presidente della Repubblica, a cui va il mio deferente saluto. Ma in particolare comprenderete la mia emozione per essere la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire una delle più alte cariche dello Stato. Io stessa - non ve lo nascondo - vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l’affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita”.

Manterrà la carica fino al 1992 (nel 1987 ottiene un incarico di governo con mandato esplorativo da parte del Presidente della Repubblica Cossiga che si conclude senza esiti; è la prima donna e la prima esponente comunista ad arrivare tanto vicino alla presidenza del Consiglio. Nel 1991, a seguito di indiscrezioni secondo le quali lo stesso Cossiga voleva nominarla senatrice a vita, fa sapere di non essere interessata, preferendo rimanere presidente della Camera. Nel 1992 è infine la candidata, ancora una volta senza esito, alla Presidenza della Repubblica), lavorando ininterrottamente sino al 18 novembre 1999, quando, già gravemente malata (morirà poco più di due settimane dopo), si dimetterà tra gli applausi unanimi dell’intero schieramento parlamentare.

“Il suo percorso civile e politico reca impressi i caratteri di quella straordinaria crescita democratica, che ha consentito al nostro popolo di liberarsi dal fascismo, di dotarsi di una Costituzione rispettosa degli originari e inviolabili diritti della persona, di progredire nel benessere economico e nella solidarietà sociale - sottolineava il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della ricorrenza dei cento anni dalla nascita - Nei quasi tredici anni di presidenza della Camera svolse il suo compito con rigore, con imparzialità, con un forte senso delle istituzioni: questi grandi meriti sono stati da ogni parte riconosciuti e apprezzati. La sua forte passione politica, a cui mai ha rinunciato nella vita del suo partito e nel dibattito pubblico non ha oscurato in lei la coscienza del bene comune, la piena responsabilità nazionale delle istituzioni democratiche, l’orizzonte europeo che sempre più si mostrava come un cruciale traguardo storico. Il suo impegno e la sua testimonianza rimangono patrimonio della memoria della Repubblica”.

Scriveva in occasione del 16° anniversario della sua scomparsa Livia Turco, presidente della Fondazione a lei dedicata: “Nella  sua vita ha conosciuto le fatiche, la fierezza, l’amore intenso e l’intenso dolore, l’amore per la figlia Marisa e per i nipoti, la grande passione per la politica dove ha saputo essere innovatrice, intransigente e madre generosa (…) Si occupò con particolare dedizione dei temi del Diritto di famiglia, delle pensioni alle casalinghe,  del divorzio assumendo come riferimento  l’idea di famiglia come comunità di affetti (…) Nel 1979 viene eletta, prima donna, presidente della Camera. Nel suo discorso di insediamento dedicò le sue prime parole alle donne italiane, cui rimase sempre profondamente legata e fedele (…) Alle donne in particolare insegnava l’eleganza della politica, che doveva nutrirsi di cultura, ricercare e promuovere il bene comune, essere capace di ascolto”.

“Sono una donna che lavora; sono una di voi” - diceva ancora Livia Turco nel 2019 - queste erano sue espressioni ricorrenti proprio per significare il legame di prossimità che aveva con le donne italiane. Ed era ricambiata tanto che come raccontano indagini e sondaggi del tempo (Indagine Doxa del 1981) era la donna più popolare, veniva prima persino a Sofia Loren ed a Monica Vitti. Fu sempre dalla parte delle donne anche se non amava definirsi femminista (…) Fu una madre autorevole ma anche complice e materna. La sentii accanto nelle battaglie più audaci come la Carta delle donne comuniste, la politica dei tempi di vita e di lavoro, le norme antidiscriminatorie nella politica, le cosiddette quote rosa, la legge contro la violenza sessuale ecc.”.

“Nilde Iotti - affermava in occasione del decimo anniversario della sua morte il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano - (…) ha rappresentato un esempio altissimo di rigore morale, di forte passione civile, di intelligente e totale impegno al servizio delle istituzioni del paese. Nella sua vicenda umana e politica si riflette la storia stessa dell’Italia repubblicana, che ella ha accompagnato nel cammino di ricostruzione e di sviluppo dai banchi dell’Assemblea costituente e poi della Camera dei Deputati, di cui per lungo tempo fu presidente unanimemente apprezzata, garanzia di libero confronto per tutti i gruppi politici. La lezione politica di Nilde Iotti, anche nella costante affermazione del principio costituzionale dell’uguaglianza della donna nella società, nel lavoro e nelle professioni, mantiene oggi intatta tutta la sua forza e attualità”.

Anche oggi, soprattutto oggi. Anche per questo, grazie Nilde. Noi ragazze di tutte le età ti dobbiamo molto.