Parlare di sviluppo in Calabria, e in generale nel Mezzogiorno, significa parlare di investimenti, mentre invece è in atto un arretramento delle infrastrutture che impedisce la crescita. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, oggi a Lamezia Terme per incontrare i rappresentanti delle forze sociali, economiche e istituzionali della regione.

Ponte sullo Stretto non è una priorità

È stata l’occasione per fare il punto sulla regione e sul Sud. “Non credo che il Ponte sullo Stretto sia la priorità – ha detto Landini -. Continuare a parlarne vuol dire raccontare delle bugie al Paese”. Un'Italia, al contrario, “che ha bisogno di infrastrutture, di investimenti. In Sicilia ci sono tratti interi a un unico binario, la Calabria non è molto diversa, quindi qui si sta raccontando una bugia. Quelle risorse, quei soldi oggi vanno spesi per dare gli ospedali e le cure alle persone che non ce le hanno. I calabresi non vanno in Sicilia, vanno al Nord a farsi curare”.

Un’idea diversa di sviluppo

Poi, ha riflettuto il segretario “se tu fai un ponte cosa ci fai passare, se non hai costruito le condizioni prima per far crescere questo Paese? Quindi, per quanto ci riguarda, non è la priorità e non è la scelta da fare”. 

Gli interventi indispensabili sono di altra natura: “Noi pensiamo di continuare a batterci perché c’è bisogno di un’idea di sviluppo molto diversa da quella che oggi sta venendo avanti”.

Investire in infrastrutture

Per la Calabria bisogna mettere al centro “gli investimenti in infrastrutture, sia materiali, strade, ferrovie, sia sociali, asili, scuole, ospedali, perché questo è quello che si sta pagando: questo arretramento delle infrastrutture è quello che impedisce una crescita”, ha ribadito.

Nelle regioni del Sud i giovani sempre più ragazze e ragazzi stanno lasciando il Paese: “I giovani se ne vanno: credo che questo sia un altro tema centrale. Noi dobbiamo narrare il punto di vista di chi per vivere ha bisogno di lavorare, da questo punto di vista qui le condizioni sono peggiorate perché si è poveri lavorando, si continua a morire sul lavoro, ci sono livelli di precarietà inaccettabili, è aumentata la malavita che controlla interi pezzi dell’economia reale”.

Il lavoro sia un diritto vero

Il lavoro deve tornare a essere un diritto reale ed esigibile. Così Landini: “Vanno garantiti i diritti fondamentali, il diritto alla cura, il diritto all'istruzione, cioè a essere persone libere perché hai un lavoro dignitoso e perché puoi partecipare alla vita sociale e politica. Queste condizioni oggi non ci sono: la Cgil è qui in Calabria, come nel resto d’Italia, per chiedere alle persone di battersi. Bisogna cambiare queste condizioni e affermare una politica economica e sociale diversa, in cui la libertà delle persone passi attraverso lavoro, cura, istruzione. E passi anche per una giustizia sociale che oggi non c’è”.

"Ripartiamo da una vera lotta all'evasione fiscale – ha concluso – e dalle necessità di investimenti seri per creare lavoro e dare un futuro al Paese”.