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L’Italia è in piena recessione, la ripresa arriverà solo nel 2010. Fino a quella data, le famiglie italiane resteranno caute sui consumi e la disoccupazione continuerà a salire. È quanto si apprende dall’Economic Outlook dell’Ocse, che prevede una netta frenata del nostro pil: a fine anno -0,4 per cento, nel 2009 addirittura -1. “Le forze recessive – spiegano i ricercatori di Parigi – sono arrivate in una cattivo momento in Italia, dove già si soffriva di un lungo periodo di rallentamento economico”. Cattive notizie anche riguardo al tasso di disoccupazione, che passerà dal 6,9 per cento di quest’anno al 7,8 del prossimo, sino al picco dell’8 per cento nel 2010. Quanto all’inflazione, si attesterà al 3,5 per cento nel 2008 e calerà all’1,5 nel 2009, rimanendo stabile anche per l’anno successivo. Anche gli aumenti salariali saranno moderati nella seconda metà del 2008 e per tutto il 2009. Per la ripresa, dunque, c’è da attendere almeno fino al 2010, quando il nostro pil dovrebbe tornare a crescere (nelle previsioni +0,8 per cento).
Rischio deflazione nell’area Osce
Molti fra i 30 paesi dell’Ocse si trovano, o stanno per trovarsi, in una recessione durevole e con un’intensità che non si vedeva dall’inizio degli anni ‘80, dice l'Ocse, a causa di un “blackout” finanziario seguito alla bancarotta di Lehman Brother. “Le incertezze relative a questa versione dell’Outlook sono eccezionalmente elevate, specialmente per quanto riguarda la velocità con cui la crisi dei mercati finanziari sarà superata” dice nell’editoriale il capo economista dell’organizzazione, Klaus Schmidt-Hebbel, che aggiunge: “Nei paesi dell’area Ocse l’inflazione scenderà rapidamente e alcuni corrono il rischio, per quanto limitato, di una deflazione”. Secondo gli economisti, nel complesso, “preoccupa particolarmente la possibilità che la debolezza dell’economia reale peggiori la crisi finanziaria, portando a un’ulteriore riduzione dell’indebitamento, a un inasprimento creditizio e a nuove pressioni per l’economia, inclusa la possibilità di deflazione”.
Ripresa più lenta negli Stati Uniti
“La contrazione più forte dell’attività economica a fine anno - si legge nell’Economic Outlook - riguarderà gli Stati Uniti, dove continuano a scendere i consumi, i redditi reali e i prezzi delle case”. Quanto a Eurolandia, ‘‘il pil si è contratto sia nel secondo sia nel terzo trimestre e, probabilmente, scenderà anche nel quarto”. La ripresa sarà “graduale” nel vecchio continente, “fiacca” negli Usa. Per il complesso dei 30 paesi, l’Outlook prevede una crescita dell’1,4 per cento nel 2008, un calo dello 0,4 nel 2009 e un’espansione dell’1,5 nel 2010. Nelle attuali condizioni di “estremo stress finanziario”, accanto alla politica monetaria, i paesi che hanno “spazio di manovra” in termini di bilancio dovrebbero agire anche sulla leva fiscale. Così suggerisce l’organizzazione, secondo cui agli investimenti in infrastrutture "sono da preferire tagli fiscali o trasferimenti ai redditi più bassi, più efficaci nel sostenere i consumi”.