In Italia una donna su tre ha subito nel corso della vita una forma di violenza fisica o sessuale. È quanto emerge dal nuovo report Istat “La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia – 2025”, che aggiorna e amplia le precedenti rilevazioni e fotografa un fenomeno ancora troppo diffuso, con dinamiche che cambiano soprattutto tra le più giovani.

6,4 milioni di vittime: la fotografia generale

Secondo l’Istat, sono 6 milioni e 400mila le donne tra i 16 e i 75 anni (il 31,9%) ad aver subito almeno una volta nella vita violenza fisica o sessuale: il 18,8% ha subito violenze fisiche; il 23,4% violenze sessuali.

"I partner, attuali ed ex – si legge nel report – sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate, con quote superiori al 50% (fatta eccezione per le minacce), e di alcuni tipi di violenza sessuale come lo stupro nonché i rapporti sessuali non desiderati, ma subiti per paura delle conseguenze”.

Più del 60% degli stupri commessi da partner

Il 63,8% degli stupri, infatti, è commesso dai partner: il 59,1% da ex, il 4,7% dal partner attuale, il 19,4% di un conoscente e il 10,9% di amici. Solo il 6,9% è stato opera sconosciuti.

Per la prima volta l’Istat rileva anche il fenomeno dello stupro con uso di droghe o alcol quando la vittima non è in grado di rifiutare oppure opporre resistenza: il fenomeno riguarda l’1% delle donne ed è attribuito soprattutto a ex partner (38,9%), conoscenti (35,3%) e amici (23,4%). 

Inoltre il 19,2% delle donne ha subito molestie sessuali. Nel 58,7% di questi è avvenuto per mano di uno sconosciuto e nel 19,5% da parte di un conoscente.

Giovanissime e studentesse: rischio in aumento

Il dato più allarmante riguarda le più giovani: tra le 16-24enni, la quota di vittime sale al 37,6% (era il 28,4% nel 2014); tra le studentesse, si arriva al 36,2%. L’aumento è trainato soprattutto dalle violenze sessuali, che nelle 16-24enni crescono dal 17,7% al 30,8%. Crescono sia gli episodi commessi dagli ex partner (dal 5,7% al 12,5%), sia quelli da parte di uomini non partner (dal 15,3% al 28,6%).

Aumenta la consapevolezza ma non le denunce 

Dai dati cresce la consapevolezza della violenza di genere (fisica, psicologica, economica) così come crescono le richieste di supporto ai centri anti violenza che raddoppiano: dal 4,4% del 2014 all’8,7% del 2025. Non aumentano invece le denunce: solo il 10% delle vittime segnala alle forze dell’ordine violenze e abusi, un dato che corrisponde a circa 58mila donne negli ultimi cinque anni. 

Il report mette poi in luce come le vittime che hanno denunciato chiedano soprattutto azioni più decise contro l’autore (55,1%), un aiuto pratico immediato (37,7%) e una maggiore protezione, inclusa la possibilità di allontanarsi da casa (23,4%).

Ghiglione, Cgil: violenza si combatte se le donne possono scegliere

“La violenza, che avviene principalmente dentro le relazioni, non si contrasta solo con misure securitarie. Non basta mettere più pattuglie, servono prevenzione, autonomia economica e una vera educazione al rispetto. Sono necessari finanziamenti strutturali e stabili per i centri anti violenza, un reddito di libertà permanente, educazione sessuale e affettiva nelle scuole, formazione nei luoghi di lavoro e politiche che garantiscano salari, servizi e congedi paritari. La violenza si combatte se le donne possono scegliere”, dichiara la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione.

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Ghiglione aggiunge che “nel lavoro la contrattazione sta già producendo cambiamenti: abbiamo introdotto procedure, codici, formazione, sportelli di ascolto. Cambiamenti che, dove applicati, modificano la cultura: le molestie non sono più un fatto privato ma un problema organizzativo. Ora dobbiamo rendere queste tutele universali, perché ogni luogo di lavoro deve essere sicuro, rispettoso e libero dalle molestie”.

“Anche per queste ragioni – conclude la segretaria confederale – saremo in piazza domani pomeriggio a Roma, alla manifestazione organizzata da Non Una Di Meno, e sciopereremo il prossimo 12 dicembre”.