Un chiarimento di merito prima di tutto, ovvero se la posizione della giunta sia a sostegno del piano di metanizzazione, dorsale compresa, e poi se intenda rivendicare con forza, sul tema energetico, un tavolo che metta insieme governo, Regione e parti sociali, per fissare in modo chiaro e definitivo quali sono le posizioni della Sardegna e come il governo nazionale intenda procedere: è il nodo cruciale affrontato nell’incontro di oggi dei sindacati con il presidente della Regione Christian Solinas e l’assessora all’Industria Anita Pili. Si tratta del primo dei tavoli tematici, quello su industria metallurgica e energia, che si svolge dopo il primo confronto tra Cgil, Cisl e Uil e il presidente della Regione quando, i primi di giugno, era stato definito un metodo articolato proprio per riunioni a tema.

“Vorremmo sapere se e con quale forza e quali contenuti questa Giunta intenda far valere le esigenze della Sardegna”, hanno detto i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil sottolineando che “il presupposto per la realizzazione del piano energetico regionale è proprio la metanizzazione oggi messa in discussione in modo improvvido dal governo nazionale con il piano energia e clima stilato dal governo”.

I sindacati hanno preso atto con soddisfazione che le posizioni della giunta appaiono convergenti e aspettano quindi una azione decisiva, nella direzione condivisa al tavolo, verso il governo nazionale. L’obiettivo dei sindacati è un tavolo unico della metallurgia per ricomporre dentro una visione unitaria della filiera le singole vertenze aziendali oggi frammentate su tavoli differenti, non comunicanti e di diverso livello. Per sostenere la vertenza e sollecitare una convocazione da parte del governo nazionale i sindacati hanno confermato il sit-in dei lavoratori e delegati dell’industria del Sulcis Iglesiente per il 25 luglio.

Secondo i sindacati il rispetto degli accordi sul metano, con la dorsale e la rigassificazione è la scelta obbligata per garantire il rinnovamento del sistema energetico, a vantaggio dei cittadini e delle imprese, in condizioni di sicurezza e stabilità, con l’obiettivo del rilancio del sistema produttivo, non solo per quanto riguarda l’industria metallurgica non ferrosa ma anche per l’avvio di nuove iniziative produttive e manifatturiere in tutti i settori, ad iniziare dall’agro-industria, che per svilupparsi e crescere hanno necessità di energia termica e, nel complesso, di una rete efficiente e costi competitivi.

A proposito del parere dell’Arera messo in consultazione sulla ripartizione degli oneri tariffari per le spese di realizzazione delle infrastrutture a carico dei soli sistemi isolati, i sindacati hanno ribadito di ritenere discriminatorio, incostituzionale e a danno dei sardi, una simile ipotesi. Sul punto Cgil, Cisl e Uil apprezzano che anche la giunta, così come comunicato al tavolo, abbia inviato una nota di dissenso.

“Di certo non serve ai sardi un’infrastruttura come l’elettrodotto, che costerebbe molto, avrebbe tempi di realizzazione lunghi e incerti e non offrirebbe alcuna soluzione all’esigenza di energia termica e ai problemi di efficienza, stabilità e competitività del sistema energetico, così come al suo ulteriore sviluppo verso le rinnovabili”. Su questo punto i sindacati hanno chiesto di fare chiarezza sin dal prossimo incontro tecnico con il ministero sul phase out dal carbone che potrebbe essere convocato nei prossimi giorni.