Possiamo, e in che modo, essere pronti ad affrontare i processi di cambiamento strutturale del nostro Paese? La strategia contenuta nel Piano nazionale di ripresa e resilienza si sviluppa intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale, che abbiano al centro il lavoro, la sua valorizzazione, il miglioramento e l’aggiornamento delle competenze affinché si garantisca alle persone un adeguato supporto nel corso della loro vita.

Con queste premesse riteniamo che sia importante per l’Italia avere una visione di insieme per mettere in atto queste strategie. Partendo dal lavoro e dalla crisi pandemica ancora in corso, se ci riferiamo ai lavoratori diventa fondamentale parlare di processi che permettano le cosiddette upskilling, cioè l’aggiornamento, e reskilling, ovvero riqualificazione, e la qualificazione dei sistemi di istruzione. Risulta così fondamentale agire sulla formazione continua e su quella permanente per migliorare le competenze dei lavoratori, anche in un’ottica di diritto soggettivo delle persone.

I giovani e le giovani donne, le donne e il Mezzogiorno rappresentano una priorità trasversale nel Pnrr nel quale l’impatto generazionale viene inserito in tutte le missioni. Un’attenzione giusta ma per il momento si tratta solo di progetti, che ora si attende si traducano in azione. In particolare per i giovani nella Missione 1 si fa riferimento al reclutamento e alla valorizzazione del capitale umano nell’ambito della pubblica amministrazione. Un altro aiuto verrà anche dal piano di creazione di poli territoriali per il reclutamento, la formazione, il co-working e lo smart-working, dal programma di “diffusione culturale” nelle scuole e dal servizio civile digitale, che ha l’obiettivo di rafforzare e sostenere azioni di supporto e di facilitazione all’uso del digitale. Impattano sui giovani anche gli interventi per la connettività delle scuole.

I settori delle energie rinnovabili, delle reti di trasmissione e distribuzione, della filiera dell’idrogeno contribuiscono alla creazione di occupazione giovanile nell’ambito delle riforme sulla transizione ecologica previste nella Missione 2. Poi ci sono gli investimenti sulle infrastrutture della Missione 3, che dal punto di vista generazionale rafforzano le opportunità di mobilità fondamentali per la formazione dei giovani e per il loro inserimento nel mondo del lavoro. La Missione 4 è quella interamente rivolta ai ragazzi poiché interviene sull’intero ciclo dell’istruzione e della ricerca. Il Pnrr intende migliorare le competenze di base e ridurre i tassi di abbandono scolastico, permettendo così di ridurre le distanze tra istruzione e lavoro, anche con la riforma e lo sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (Its). Inoltre, viene incoraggiato l’accesso all’università con nuove borse di studio e opportunità per i ricercatori. Investimenti specifici sulle politiche di formazione e di occupabilità dei giovani trovano spazio nella Missione 5.

Nel Piano sono inserite misure ad hoc anche in favore dei Neet, con l’idea di potenziare il sistema duale e l’apprendistato coinvolgendo particolarmente le zone più marginali e periferiche. È prevista l’opportunità di rafforzare il servizio civile universale per coinvolgere i giovani nelle misure relative alle infrastrutture sociali, alle case popolari e al consolidamento dei servizi nelle aree interne.

Il Sol Cgil offre supporto e orientamento alla scelta a tutte le persone che si trovano ad affrontare un percorso di transizione, a prescindere dall’età, dal genere e dalla condizione scolastica e occupazionale. Per essere informati e rimanere in contatto con il Servizio orientamento al mercato del lavoro è consigliabile l’iscrizione alla newsletter mensile sul sito www.solcgil.it e individuare la sede più vicina a cui rivolgersi per fissare un appuntamento individualizzato.

Mariagrazia Nicita è responsabile nazionale Sol Cgil