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“Sul fronte del superamento degli insediamenti informali, dove vivono in condizioni indegne migliaia di lavoratori in tutta Italia, ci troviamo purtroppo di fronte a un eclatante fallimento che non possiamo accettare – afferma Matteo Bellegoni, capo dipartimento legalità e immigrazione Flai Cgil, al termine della riunione del quarto sottogruppo del Comitato nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso –. Nel Pnrr erano previsti 200 milioni di euro e la struttura commissariale nominata per la realizzazione di questa misura ha confermato che partiranno solamente 11 progetti, anziché i 37 inizialmente previsti, per un ammontare di poco più del 10 per cento dei finanziamenti stanziati”.
“Siamo consapevoli degli sforzi fatti dalla struttura commissariale - prosegue Bellegoni -, trovandosi a operare in una situazione di emergenza e con tempistiche ridotte, ma ciò non rende meno grave la sconfitta a cui siamo di fronte. Al momento sono esclusi gli interventi nei ghetti più grandi e popolati del Paese, come quelli di Borgo Mezzanone e di Torretta Antonacci nel foggiano, che rappresentavano il cuore dell’investimento. In Sicilia, dove permane un’altrettanto grave situazione di precarietà alloggiativa, si sarebbe dovuto intervenire in otto territori e invece è previsto un solo intervento a Siracusa”.
La struttura commissariale aveva anche illustrato la proposta di dirottare una parte dei fondi del Pnrr non utilizzati a progetti abitativi che avrebbero potuto realizzare i datori di lavoro direttamente in azienda, ma nel corso delle riunione è stato comunicato che la Commissione europea ritiene non percorribile nemmeno questa ipotesi.
“C’era poi la speranza, anch’essa ormai tramontata, che si sarebbe potuto dare avvio a progetti più importanti e che essi sarebbero stati successivamente finanziati e ultimati attraverso i fondi di coesione europei gestiti dalle Regioni - prosegue Bellegoni -. In tal senso la regione Puglia non solo aveva fornito la disponibilità, avviando un’interlocuzione con i Comuni coinvolti, ma attraverso Supreme 2 avrebbe messo a disposizione i poli sociali integrati previsti dal progetto del ministero del Lavoro per ampliare i servizi necessari connessi”.
“Questo ennesimo fallimento dello Stato – conclude il capo dipartimento - di fronte alla piaga dei ghetti non ci indurrà comunque a fare alcun passo indietro, ma anzi rilanceremo con ancor più forza quella che riteniamo non solo una battaglia sindacale e civile sacrosanta, ma innanzitutto una battaglia di umanità e dignità”.






















