Interruzioni delle linee ferroviarie con ritardi di ore per i treni in viaggio, blocchi autostradali, ritardi nel trasporto aereo lunghe code e prezzi proibitivi per il trasporto via mare con traghetti e navi. Come ogni estate per chi viaggia si prospettano odissee annunciate. “Le notizie di disagi riguardano praticamente tutti i settori”, dice il segretario generale della Filt, il sindacato dei trasporti della Cgil, il quale ricorda che è noto che “anche quando non siamo in piena estate la situazione dei trasporti per i cittadini è sempre abbastanza drammatica”. 

Un mix di concause 

“In estate – prosegue – abbiamo indubbiamente alcuni elementi scatenanti. Il primo è un oggettivo aumento del traffico in giornate molto concentrate e questo determina l’aumento di auto, di treni, di aerei e di navi in circolazione in uno stesso lasso di tempo creando delle criticità.

Il secondo tema è che, proprio per questo picco di cui parlavo, emerge l’inadeguatezza infrastrutturale del sistema Paese. I dati dei movimenti per turismo e dei movimenti generali post Covid, escluso il settore del trasporto pubblico locale dove rimangono ancora bassi, danno un aumento esponenziale, altissimo, molto più del pre-Covid, con un elevato numero di persone che si muovono. Il nostro sistema infrastrutturale autostradale non è adeguato al traffico attuale, lo stesso per quello ferroviario e aeroportuale in termini di capacità ricettiva. Quindi questo è il secondo elemento scatenante.

Il terzo elemento è indubbiamente il cambiamento climatico. Perché è chiaro che il caldo così estremo di alcuni periodi non aiuta la tenuta del sistema economico-strutturale. In ultimo, in” particolare per ferrovie e autostrade, era stata preannunciata un'estate complicata, anche a causa di opere manutentive che incidono su un sistema che già di suo è congestionato”.

Malorgio torna a sottolineare che tutto ciò non significa che tali difficoltà persistano solamente d'estate, quando il tema diventa più evidente, ma che “esiste un problema cronico infrastrutturale che d'estate si acutizza ulteriormente”.

Il gap con il resto d’Europa 

Vi sono dunque criticità che non sono emergenziali, ma croniche senza che però vi sia mai un intervento sistemico che le risolva. È quindi lecito chiedersi cosa impedisca tale intervento. Il segretario generale della Filt Cgil porta l’esempio degli interventi sostenuti con il Pnrr: “Un Piano che però esclude le infrastrutture di aeroporti e autostrade e le altre opere messe a terra necessitano ancora di molto tempo per essere completate. Il punto, però, è che il Paese è stato fermo negli anni in cui nel resto d'Europa si investiva sui trasporti.

Ricordo che in gioventù mi recai in viaggio a Parigi e scoprii che lì già si discuteva di come sarebbero stati gli aeroporti e il traffico aereo nel 2030, mentre in Italia noi discutevamo sull'imputazione di Silvio Berlusconi. Quindi c'è stata una lunga fase negli anni ‘90 e gli anni 2000 in cui il Paese è rimasto totalmente fermo da un punto di vista infrastrutturale”.

Il recupero di quel gap è lento, anche perché, afferma Malorgio, “al ministero dei Trasporti c'è qualche elemento di distrazione: non penso mai che sia colpa dell'ultimo ministro, anche se in questo caso si tratta di Salvini, con il quale il rapporto è pessimo, penso però che quando si arriva a essere responsabili di un dicastero, si prova a governare la situazione, a essere molto più focalizzati sulle cose di quanto non lo si invece sia in questa fase, dove ci sono molte chiacchiere e pochi temi di sostanza.

Una sostanza che sarebbe necessaria quantomeno per evitare che le estati o i viaggi di lavoro si trasformino in una in una via crucis per chi viaggia e per i lavoratori dei trasporti. Per questi ultimi – conclude il sindacalista – i ritardi e le criticità causano stress, come accade per i passeggeri, e aumenta il rischio di aggressioni da parte degli utenti per coloro che lavorano a contatto con il pubblico. Problemi con i quali i lavoratori si confrontano tutto l’anno”.