Era il 15 febbraio 2019 quanto il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, in visita ufficiale sul viadotto Puleto - il tratto della E45 chiuso al traffico perché giudicato non sicuro dal tribunale di Arezzo - annunciava la “riapertura integrale della viabilità entro poche settimane". Integrale, quindi anche al traffico pesante, camion e bus turistici, per i quali l'arteria, la più lunga superstrada d'Italia, rappresenta praticamente l'unico collegamento tra Umbria, bassa Toscana ed Emilia Romagna.

Sono passati tre mesi da quella visita, con tanto di diretta facebook e conferenza stampa sul viadotto. Quindi un bel po' di settimane, ma nonostante alcuni interventi dell'Anas, il viadotto Puleto resta chiuso al traffico pesante. Le auto possono transitare, ma sempre con un limite di velocità di 40 chilometri orari. Lo scorso aprile, Cgil, Cisl e Uil avevano manifestato all'uscita di San Sepolcro per chiedere di tenere fede, seppure in ritardo, a quanto promesso dal governo. Al presidio partecipava anche Vincenzo Colla, vicesegretario della Cgil nazionale.

“Ora stiamo preparando una nuova mobilitazione unitaria – annuncia Maurizio Maurizi, responsabile della Cgil Alta Umbria – cercando di coinvolgere anche il sistema dell'imprenditoria locale, perché in questo caso l'interesse delle aziende e dei lavoratori coincide: riaprire la E45 per far transitare le merci che si producono sui nostri territori ed evitare ulteriori ripercussioni sull'occupazione”. “Ora per di più ci avviciniamo al periodo estivo - aggiunge Marco Bisogni Guadagni, responsabile Cgil per la Valtiberina Toscana – e il timore di ripercussioni sul turismo è purtroppo forte”. Ma, sicuramente, le attività più penalizzate sono le stazioni di servizio e gli autogrill, come spiegava già tre mesi fa questo lavoratore.

Una conferma arriva anche da Gianluca Gregori, della Filcams Cgil di Cesena: “Il problema lo stiamo vivendo tutti, ma sicuramente autogrill, stazioni di servizio, ristoranti che lavorano con i camionisti sono le attività più colpite, con le quali stiamo facendo accordi per tamponare la riduzione di lavoro. Del governo e del ministro Toninelli abbiamo perso le tracce – conclude Gregori – l'unica cosa positiva è che nel decreto Crescita ci sono 10 milioni per la cassa integrazione che speriamo di poter utilizzare al più presto, per non perdere almeno posti di lavoro”.