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Oggi, 18 dicembre, è la Giornata internazionale dei migranti, che quest'anno coincide con i settant’anni della Dichiarazione universale dei diritti umani dell’Onu. “I princìpi enunciati di uguaglianza, libertà, dignità di tutti gli individui, il diritto al lavoro, all’istruzione indipendentemente da razza, colore, religione, sesso, lingua e opinione politica – secondo Cgil, Cisl e Uil – costituiscono valori fondanti per la costruzione di un percorso civile di convivenza sociale tra diverse culture, in linea anche con i princìpi contenuti nella Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie del 1990, purtroppo mai ratificata da uno Stato membro della Ue”.
La Giornata internazionale del migrante, proseguono le tre Confederazioni, è un’ulteriore occasione di riflessione sulla governance del fenomeno migratorio “che riteniamo sia necessario affrontare proponendo necessarie politiche di integrazione ed inclusione sociale e il rispetto dei diritti umani ponendo al centro l’individuo e il lavoro, combattendo gli abusi e lo sfruttamento dei lavoratori immigrati”.
“È illusorio governare il fenomeno migratorio, per sua natura globale, alzando muri e impedendo la libera circolazione delle persone. Noi crediamo fermamente – sottolineano Cgil, Cisl, Uil – che sia uno sbaglio non aver ancora ratificato il documento sul Global Compact a Marrakesh col quale si promuove una gestione sicura, ordinata e regolare dei flussi migratori internazionali rispondendo a un approccio di condivisione delle responsabilità nel rispetto dei diritti umani”. Secondo le tre sigle sindacali “è pericoloso e poco lungimirante per il nostro Paese la scelta di isolarsi dalla comunità internazionale e ridurre a dibattito interno la gestione del fenomeno migratorio, con provvedimenti sbagliati come quelli contenuti nella conversione in legge del Decreto Sicurezza, che alimentano il conflitto nella società, scaricando le sofferenze sui più deboli”.
“Continueremo a batterci affinché il rispetto dei diritti umani costituiscano le fondamenta delle politiche migratorie e affinché vengano affermati i valori della solidarietà, dell’inclusione e dell’integrazione. Inoltre, chiediamo che si realizzi la coesione sociale attraverso una programmazione di flussi regolari d’ingresso in base a una corretta lettura dei fabbisogni del mercato del lavoro e attraverso il coinvolgimento delle parti sociali. Soltanto così – concludono Cgil, Cisl, Uil – si potrà contrastare la piaga del lavoro sommerso, spesso sfruttato, che toglie dignità e rende schiavi i più deboli e colloca ai margini della società molti lavoratori immigrati. Dobbiamo porre le basi per costruire una società futura più umana, più solidale e più sicura”.