Oggi sono oltre 1.200 i beni confiscati e restituiti alla società grazie alla legge 109 del 1996 che ha consentito il riuso a fini sociali di quanto confiscato alle mafie. Molti altri sono custoditi dall’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati che spesso fatica ad assegnarli, così come faticano gli enti locali a chiederli, perché per far vivere quei beni occorrono risorse per ristrutturali.

Per questo il 14 novembre nel corso di “Ricomincio dal bene”, il Forum nazionale sul riuso pubblico e sociale dei beni confiscati, è stata lanciata la raccolta firme che durerà fino al 7 marzo, giorno dell’anniversario della legge 109, per chiedere alle istituzioni di destinare il 2 per cento del Fondo unico della giustizia ai beni confiscati.

È bene ricordare che nel Fondo confluiscono tutti i soldi, e sono tanti, che vengono confiscati alla criminalità organizzata. E allora dovrebbe essere scontato che almeno una parte di quelle risorse vengano utilizzate per manutere e far vivere i beni. Invece così non è.

I beni sono luoghi dove si costruisce legalità. Dalle terre affidate a cooperative sociali agli immobili che accolgono case rifugio per donne vittime di violenza, agli spazi che danno lavoro dignitoso a uomini e donne che faticavano a essere assunti. E ancora: scuole, palestre, caserme di carabinieri e spazi dove si produce cultura come la Casa del Jazz a Roma, sorta nella villa confiscata al cassiere della Banda della Magliana.

O ancora: esistono progetti che vorrebbero trasformare appartamenti confiscati in studentati per i ragazzi e le ragazze fuori sede che non riescono a pagare gli affitti arrivati ormai alle stelle, ma quanto costa sistemarli?

L’obiettivo della campagna è di inviare oltre 100 mila cartoline, tra quelle cartacee e quelle virtuali da spedire online. Gli ultimi 15 giorni di novembre saranno scanditi da iniziative nelle diverse aree di tutto il territorio nazionale. Le firme, lo ricordiamo, verranno raccolte fino al 7 marzo, giorno del trentesimo compleanno della legge 109.

“Le firme potranno essere raccolte in tutti questi mesi, utilizzando le occasioni associative già programmate: le feste del tesseramento, i banchetti di Natale, gli incontri di formazione, i coordinamenti territoriali”, spiegano i promotori di Libera: “Contemporaneamente attiveremo la rete associativa nazionale per raccogliere anche la loro disponibilità a raccogliere le firme e amplificare le nostre azioni”.

Le cartoline e tutti i materiali della campagna sono disponibili dal 14 novembre su www.libera.it e allo stesso link è possibili firmare virtualmente la richiesta di “Dare linfa al bene”.