“Un decreto parziale che, nonostante introduca singole misure positive, non affronta con organicità i temi della ricostruzione, poiché continua a mancare un reale piano di sviluppo territoriale”. A dirlo è la Cgil nazionale, commentando il "decreto sisma" approvato lunedì 21 ottobre dal Consiglio dei Ministri: “Un provvedimento che ha l’ambizione di ricostruire 138 comuni colpiti dagli eventi sismici. Territori che stanno vivendo, come già denunciato con forza dalla Cgil, enormi ritardi nella ricostruzione privata e il quasi blocco delle opere pubbliche. Per questo, accogliamo con favore alcune misure che vogliono velocizzare le procedure di ricostruzione e incentivare l’economia attraverso l’imprenditoria giovanile”.

La Cgil, però, rileva anche delle criticità. "Sono assenti misure integrate in grado di sostenere i territori, a partire dalla ricostruzione del tessuto economico e sociale", spiega la Confederazione: "Non si affronta la questione della carenza del personale preposto alla ricostruzione, e permane il problema di quello precario da stabilizzare. Inoltre, per la ricostruzione post-sisma 2009 a L’Aquila non viene reso operativo il Durc di congruità, per noi strumento fondamentale di garanzia e tutela del lavoro”. In merito alla cosiddetta ‘busta paga pesante’, il sindacato afferma che “viene recepita una richiesta di lavoratori e sindacati circa il rinvio dei termini e la diminuzione della quota di restituzione. Resta però la necessità di una proroga più lunga dei soli tre mesi previsti”. In conclusione, la Cgil rileva che “il governo ha assicurato che il provvedimento, in corso di conversione, verrà ampliato con ulteriori misure. Chiediamo che ciò venga realizzato con il coinvolgimento, questa volta, anche dei sindacati che hanno proposte unitarie da presentare e discutere”.