Il decreto Caivano, varato dal governo Meloni in seguito agli stupri di gruppo nella località campana e a Palermo, determina una stretta repressiva per i reati compiuti da minori. Si va dal Daspo per gli under 14 ai due anni carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola e alla reclusione per gli spacciatori minorenni. È stata inoltre abbassata da 9 a 6 anni la soglia della pena che consente la misura della custodia cautelare. Nessuna traccia invece nel decreto di norme sull'utilizzo dei telefoni cellulari da parte dei minori così come per l'accesso ai siti pornografici. Manca poi tutto ciò che servirebbe per la prevenzione dei reati e l'abbandono scolastico, come testimonia ai nostri microfoni il maestro di scuola Cesare Moreno, da anni impegnato con i giovani delle periferie napoletane, presidente della onlus 'Maestri di strada'.   

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