“La Cgil è con la Sea Watch, con il suo comandante Carola Rackete e con i 42 migranti a bordo che stremati e bisognosi di assistenza, dopo 14 giorni di navigazione, cercano in Italia, a Lampedusa, un porto sicuro”. Il sindacato esprime così con forza e chiarezza la sua posizione sulla vicenda che sta ancora una volta monopolizzando l'attenzione mediatica. "Siamo con loro perché - spiega - è insopportabile questo braccio di ferro che sacrifica vite alle logiche elettorali, politiche, economiche e finanziarie. Siamo con loro perché il divieto di assicurare la salvezza è frutto di una legge sbagliata, disumana e senza scrupoli. Riteniamo che l’obbligo di salvare vite debba valere sempre e comunque per tutti”. “Per questo crediamo - conclude la Cgil - che non sia il momento di restare in silenzio, anzi di agire per una resistenza attiva contro una deriva razzista alla quale non vogliamo abbandonarci”.

Intanto, da Palermo a Genova - città di mare, città che hanno l'accoglienza nel proprio dna - crescono le manifestazioni di solidarietà verso la Sea Wacht. Nella serata di mercoledì 26 giugno, a Genova si è tenuto un presidio sotto la prefettura locale, in largo Eros Lanfranco. L'iniziativa - si legge in una nota della Cgil Genova e Liguria, che ha aderito - è organizzata sull'onda della protesta del parroco di Lampedusa, che da alcune notti dorme sul sagrato della sua chiesa, in solidarietà con i 42 migranti a cui è stato negato lo sbarco e che sono costretti al largo dell'isola ormai da giorni".

La Cgil genovese e ligure continua a "chiedere a gran voce il cambiamento delle politiche per l'immigrazione per dire no alla chiusura dei porti e all'esclusione, affinché l'umanità venga rimessa al centro dell’azione politica per sconfiggere l’odio, il razzismo e l’intolleranza, che non devono trovare spazio in una società civile e democratica".

Palermo, invece, ha iniziato già da martedì a mobilitarsi, con un presidio davanti al sagrato della cattedrale, poi replicato mercoledì sera. L'iniziativa, alla quale partecipa anche la Camera del Lavoro di Palermo, è stata indetta da diverse associazioni tra cui Legambiente Sicilia, Mediterraneo Antirazzista, Forum Antirazzista, Arci Sicilia per chiedere l'attracco della nave con 42 persone a bordo da giorni.

"La mobilitazione continua anche - scrive la Cgil di Palermo, su Facebook - Purtroppo ancora nulla è cambiato e la corte di giustizia europea ha inspiegabilmente respinto la richiesta dei migranti a bordo della SeaWatch. Le prossime ore saranno delicatissime per dare un porto sicuro allo sbarco dei migranti. Per questo è necessario continuare la mobilitazione per mostrare ancora di più il nostro sostegno e la richiesta di cambiare le leggi criminogene che condannano a morte sicura chi fugge e a pene severe chi salva o migranti".

"Noi chiediamo che queste persone siano accolte e siano fatte scendere a Lampedusa. Questa politica della chiusura dei porti è inaccettabile", dichiarano la Cgil Palermo e il suo ufficio migranti. "La vicenda della SeaWatch assume ogni giorno di più contorni disumani - si legge nella nota condivisa dalle associazioni che hanno aderito - disumanità tratteggiata nelle ultime ore dal dileggio con cui il ministro dell'Interno ha commentato la disponibilità manifestata dall'arcivescovo di Torino di accogliere le 43 persone che ormai da 12 giorni sono bloccate in mezzo al mare di fronte alla costa lampedusana.

"Di fronte a tale disumano trattamento si moltiplicano di giorno in giorno le iniziative e le manifestazioni di solidarietà - prosegue la Cgil -, che prendono quasi tutte spunto da quanto si sta facendo da giorni proprio a Lampedusa, sotto la guida del parroco don Carmelo La Magra. Riteniamo che vada data forza e visibilità a questo segno organizzando sui territori iniziative di identico tenore per far emergere una volta di più in maniera netta la nostra contrarietà alla politica dei porti chiusi, dei respingimenti e della trasformazione del nostro mare in un cimitero sommerso".