Gli arresti, avvenuti nella mattina di martedì 5 marzo in Calabria, ad opera dei Carabinieri di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Palmi, riportano ancora una volta il fenomeno del caporalato agli onori della cronaca. Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, violenza sessuale, estorsione e istigazione alla corruzione: questi, i reati che a vario titolo vengo contestati, ma che in misura ancor più drammatica rimettono in evidenza il fatto che nel settore dell'agricoltura calabrese il caporalato sia drammaticamente reale e pervasivo.

"Dobbiamo prendere atto, di nuovo e amaramente, che la via della piena affermazione dei diritti del lavoro, all’emancipazione dei lavoratori contro ogni sfruttamento è ancora lunga da percorrere - affermano Bruno Costa, segretario generale della Flai Cgil Calabria, e Angelo Sposato, segretario generale della Cgil Calabria - Tutto ciò, nonostante sia stata approvata, ormai da tempo, la legge 199 contro il caporalato. Ciò dimostra che, prima ancora della repressione di questi biechi reati contro l’uomo, ci sia bisogno necessariamente di dotarsi di strumenti e iniziative utili a prevenirli". 

Costa e Sposato ricordano come da anni la Cgil denunci con forza le condizioni dei lavoratori agricoli, soprattutto quelli migranti, caratterizzate da precarietà e sfruttamento. "Una drammatica realtà, questa, che è una delle vere questioni democratiche del nostro Paese - affermano i due sindacalisti - Per questo, chiediamo con forza che s'intervenga per abbattere fenomeni di evidente disagio sociale, favorendo virtuosi percorsi d'inclusione e di rappresentanza per queste masse di lavoratori, attraverso adeguate politiche per l'incontro fra domanda e offerta di servizi abitativi e di ospitalità di stagionali".

Il fine, spiegano, è "contrastare la nascita di ghetti e mettere i lavoratori in condizioni abitative dignitose e salubri. Inoltre, c'è bisogno del collocamento pubblico per sconfiggere il caporalato e agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, attraverso misure di potenziamento dei Cpi locali, unitamente all’avvio di un servizio di trasporto pubblico che copra il tragitto casa-lavoro. Serve infine - dicono ancora Costa e Sposato - l’insediamento della sezione territoriale della 'Rete del lavoro agricolo di qualità' a Reggio Calabria, autorizzata un anno fa dalla cabina di regìa, ma mai partita". 

Ma, soprattutto, secondo la Cgil è necessaria la piena applicazione della legge 199, attraverso anche maggiori controlli, contro ogni forma di caporalato, d'intermediazione illecita e sfruttamento dei lavoratori. "Dunque, facciamo un nuovo appello alle istituzioni e al governo regionale affinché ci si attivi immediatamente, aprendo un tavolo di confronto con i sindacati di categoria, avviando concretamente politiche, programmi e azioni mirate per dare giusto sostegno e reali opportunità di sviluppo all’agricoltura della nostra regione, e maggiori sicurezze e tutele a lavoratrici e lavoratori agricoli", concludono i due dirigenti sindacali.