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Domenica 5 e lunedì 6 ottobre si terranno le elezioni regionali in Calabria. Un altro appuntamento, l’ennesimo, fondamentale per un territorio che è, scrive la Cgil, “fanalino di coda in Europa, nel Paese e nel Mezzogiorno a causa di logiche politico clientelari e scelte mancate” e avrebbe bisogno di una inversione totale. L’Unicef, proprio alla vigilia di questa tornata, avverte: “i dati ci dicono che il 48,8% dei minorenni in Calabria è a rischio povertà ed esclusione sociale e il 26,8% delle famiglie vive in condizioni di povertà relativa”. Lo sa bene la Cgil che in queste ultime ore ha inviato ai candidati alla presidenza della Regione un documento nel quale fa il punto sul disastroso stato dell’arte, peggiorato ulteriormente dopo quattro anni di governo di centrodestra del territorio e avanza le proprie proposte. “Ecco la nostra visione di Calabria”, scrive il sindacato.
Un documento politico di analisi e proposte sui filoni più importanti che riguardano l’attività di governo regionale. “L’auspicio – si legge nella nota che lo accompagna – è che chi prenderà le redini della Calabria ne tenga conto e che dopo le urne si profili una nuova stagione di relazioni politico-istituzionali e un nuovo modello di dialogo che tracci una visione comune di interessi generali e collettivi”.
Che la Calabria sia ultima in tutte le classifiche continentali lo dimostra “l’esigua percentuale del Pil regionale e il dato relativo alla presunta crescita occupazionale, che per i due terzi è riferibile a contratti a termine e a tipologie di lavoro precario – scrive la Cgil –. Siamo in una fase di contesto che potrebbe concretamente caratterizzare una chiave di volta nella gestione delle risorse comunitarie disponibili, dirette e indirette, a valere su un totale complessivo di circa 20 miliardi di euro”.
Trotta, Cgil: “In Calabria si muore perché l’ambulanza non arriva”
“Lo stato attuale del nostro territorio lo denunciamo da tempo”, ci dice Gianfranco Trotta, segretario generale della Cgil Calabria. La lista è lunga, le priorità sono le stesse da anni. “Mancanza di infrastrutture, sanità pubblica inesistente, necessità urgente di manutenzione e cura del territorio, un piano per il lavoro. Come Cgil – ripete Trotta – da tempo stiamo mettendo questi temi sul tavolo della discussione e a oggi non hanno trovato spazio né soluzione. Nonostante le tante manifestazioni, le richieste di incontri con il governo dimissionario e ricandidato”.
“In Calabria – è l’immagine drammatica citata da Trotta – si muore, l’ambulanza arriva dopo tre ore. I cantieri dell’alta velocità sono indietro, manca un miliardo di euro per arrivare a Praia a Mare: quella dei trasporti e delle infrastrutture è diventata una chimera, una delle promesse non mantenute. La 106 è finanziata per tratti, non fino al completamento, restano fuori zone intere non collegate decentemente. Nel 2025 abbiamo ancora le strade di cento anni fa, tanto che la 106 è tristemente conosciuta come la strada della morte”.
E poi il lavoro. “Si beano – continua il segretario generale della Cgil – del fatto che in Calabria è aumentata l’occupazione, ma intanto cresce il numero delle famiglie in grave disagio economico, il lavoro è precario, povero, sottopagato, con grosse sacche di nero in mano al caporalato”.
“La politica ascolti le nostre proposte”
E visto che il documento di proposte presentato dalla Cgil è stato un sasso nello stagno e “ha suscitato la reazione positiva dei cittadini perché parte dalle cose concrete, dai problemi di lavoratori e studenti, chiediamo – dichiara Trotta – che la politica ci ascolti, abbia la pazienza di ascoltarci. L’ascolto è mancato negli ultimi quattro anni, si è costantemente partiti dal presupposto che chi manifesta e non la pensa come te non ha niente da proporti. Ed è finita che, dopo sei anni di governo di centrodestra, ci troviamo in questa situazione: la Calabria è la regione più povera d’Europa. Le aree interne si stanno spopolando, al lungo inverno demografico si aggiunge la fuga di oltre 9 mila giovani che, ogni anno, scelgono di andare altrove. Per questo – ripete il segretario – chiediamo un piano per il lavoro e un piano industriale che costruisca una prospettiva seria per la Calabria. Di solo turismo non si vive, c’è bisogno di manifatturiero, di creare le condizioni per investimenti sul territorio”.
Il documento di proposte della Cgil
Basta scorrere i titoli della sintesi diffusa alla stampa per capire quanto sia grave il ritardo. Ce n’è per tutti. Sul tema della legalità, la Cgil rivendica “la centralità nell’agenda politica della lotta alla ‘ndrangheta e la costituzione di parte civile della Regione nei processi che vedono coinvolta la criminalità organizzata”. A chi governerà la Regione il sindacato chiede un costante confronto sulla regolamentazione degli appalti regionali per prevedere il riconoscimento delle clausole sociali; il contrasto a fenomeni di infiltrazione di tipo mafioso all’interno delle P.A; l’obbligatorietà della sottoscrizione dei Protocolli sulla Legalità su tutte le opere pubbliche; la riduzione degli affidamenti diretti e la limitazione del sub-appalto a cascata nonché l’obbligatorietà nei bandi di gara dell’indicazione e l’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative anche per i lavoratori in subappalto; l’adozione di strumenti che favoriscano l’utilizzo a fini sociali dei beni confiscati e/o sequestrati alla ‘ndrangheta”.
In tema di riforme istituzionali, la Cgil Calabria ritiene importante “procedere al completamento del processo di decentramento amministrativo della macchina burocratica regionale destinando compiti e funzioni non residuali alle amministrazioni provinciali; favorire la semplificazione delle attività istituzionali con unione dei servizi tra comuni”.
Sanità e welfare
Un capitolo nero, nel quadro che traccia la Cgil, resta quello della sanità e del diritto alle cure. “Grave – scrive l’organizzazione – le responsabilità politiche per il mancato rientro dal debito in un quadro di mancate risposte al diritto alla salute, evidenziate dalle carenze di assistenza ospedaliera, medicina territoriale, prevenzione, emergenza-urgenza. Si allungano le liste d’attesa e aumenta la mobilità passiva. Alle carenze di personale medico e sanitario si aggiunge anche quella delle postazioni di Medicina Generale e continuità assistenziale. In grave ritardo gli investimenti sull’assistenza territoriale e l’attuazione delle relative riforme”.
Prioritario è il contrasto alla povertà, come denunciano i dati. La Cgil chiede interventi socio-assistenziali oltre che politiche attive del lavoro in favore dell’occupazione. “Chiediamo – si legge nel documento –l’aggiornamento del Piano Sociale Regionale e dei Piani di Zona per adeguarli alle previsioni del Nuovo Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali per il triennio 2024/2025 e al Piano Regionale Triennale per le non Autosufficienze 2022/2024; l’attuazione, con processi condivisi, del Programma Operativo Triennale Regionale sull’invecchiamento attivo”.
“Un piano per il Lavoro”
La Cgil Calabria da tempo chiede un reale Piano per il Lavoro in Calabria che unisca agli incentivi in favore delle imprese anche misure idonee a creare lavoro a tempo indeterminato, favorire l’occupazione giovanile e di genere; “sancire la fine del Precariato Storico Regionale (Contrattualizzazione e una seria stabilizzazione lavorativa dei T.I.S.- Piena contrattualizzazione oraria degli Ex LSU-LPU. Definitiva stabilizzazione lavoratori dei bacini previsti dalla L.R.N.1/2014); Tavolo Istituzionale permanente del Coordinamento Regionale per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro che programmi misure di prevenzione e di formazione alla sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Collegamenti e infrastrutture, Cgil: “Non si distraggano fondi a favore della costruzione del Ponte sullo Stretto che riteniamo inutile”
Altro nodo epocale per il territorio è quello dei collegamenti e delle infrastrutture. La Cgil Calabria ritiene primario ridare centralità ai progetti sull’Alta Velocità, sul completamento dell’intero tracciato della SS/106 Jonica, l’elettrificazione della linea ferroviaria jonica, i Piani di recupero urbano e per l’erosione costiera e l’ammodernamento dell’autostrada A2, “scongiurando la distrazione dei fondi previsti a favore della costruzione del Ponte sullo Stretto che riteniamo inutile”.
Su scuola e università la Cgil ritiene “essenziale aggiornare la legge regionale sulla ricerca e una nuova legge regionale sul diritto allo studio con la pianificazione di un’offerta formativa di qualità e sostegno economico”. Mentre su lavoro femminile e violenza di genere il sindacato giudica “opportuno rinforzare gli incentivi per l’occupazione femminile e che particolare attenzione venga data all’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza. Crediamo, inoltre, vadano aumentati i fondi per i centri antiviolenza”.
Cgil: “Inderogabile la manutenzione del territorio e l’attenzione vera alle Aree interne”
“Non più derogabile – avverte il sindacato – lo sblocco delle assunzioni e turnover del comparto (per i lavoratori che si occupano della manutenzione del territorio). Fondamentale l’innovazione sostenibile, il supporto alle politiche agricolo-forestali e lo sviluppo della gestione integrata della filiera boschiva e forestale; il contrasto a ogni tentativo di privatizzazione del settore attraverso la trasformazione di enti o costituende società di servizi da pubblici a privati”. Allo stesso modo il sindacato rivendica “l’impegno e la volontà politica per ostacolare Piano Strategico delle Aree Interne che delinea per la Calabria una condizione allarmante di ulteriore impoverimento e abbandono delle nostre comunità e chiediamo interventi mirati per favorire la ripresa e lo sviluppo dei territori interni”.
Essenziale, secondo la Cgil, “coinvolgere le Partecipate pubbliche per dare slancio alle aree industriali dismesse da risanare e valorizzare con chiaro riferimento a quelle di Crotone, Vibo Valentia, Lamezia Terme e Corigliano-Rossano”.
“La Calabria – scrive la Cgil – deve assolutamente dotarsi di un nuovo e adeguato “PRIEC” (Piano Regionale Integrato Energia e Clima) quale strumento in grado pianificare e mettere a sistema un adeguato ed equilibrato mix di fonti, favorendo un sistema di produzione, trasporto e distribuzione sicuro, resiliente e interconnesso per garantire la giusta transizione in grado di attrarre investimenti, sviluppare vettori energetici e promuovere filiere industriali sostenibili”. Al contempo per il sindacato è ora di “costruire un sistema e una governance industriale integrata, con massicci investimenti ed eventuali partnership industriali in grado di favorire il sistema e garantire ai cittadini un servizio di qualità a tariffe adeguate”.
La lotta al caporalato deve essere più forte
Contro il caporalato, scrive la Cgil, “la Regione necessita di misure robuste per la lotta al fenomeno, oltre che di un rafforzamento del collocamento pubblico e di una rete di trasporto locale che garantisca loro la possibilità di recarsi sul luogo di lavoro senza finire nella rete dei caporali”.
E sul turismo, ultimo punto nella sintesi del documento, la proposta è quella di “adottare una moderna programmazione, attraverso il confronto con le parti sociali, volta a migliorare ed estendere l’offerta stagionale valorizzando siti naturali, culturali ed archeologici”.