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Una diffida predisposta per tutti i 60 mila partecipanti al semestre filtro di medicina – quello che fa finta di superare il numero chiuso – per chiedere l’ammissione di tutti ai corsi e interventi sulle irregolarità del meccanismo.
L’iniziativa dell’Udu è stata lanciata questa mattina (20 novembre) nel corso della giornata di mobilitazione contro l’ennesima beffa del governo. Iniziativa – che ha coinvolto anche Cgil e Rete studenti medi – che ha visto un presidio davanti alla sede del Mur e in numerosi atenei italiani la consegna di camici sanitari ai partecipanti del semestre filtro.
“È un gesto semplice, ma con un messaggio preciso: per noi sono già medici, e nessun sistema incoerente dovrebbe decidere al loro posto”, si legge in una nota dell’Udu. La mobilitazione, infatti, è stata organizzata nel giorno dell’esame per gli aspiranti medici.
Contestualmente vengono distribuiti materiali informativi sul ricorso e sulle modalità per segnalare anomalie o irregolarità. La diffida aprirà la strada ai ricorsi collettivi e ai ricorsi territoriali, così da tutelare gli studenti sia rispetto ai problemi generali del semestre filtro sia alle criticità specifiche riscontrate nei singoli atenei.
Le principali riguardano la mancanza di uniformità degli esami, le difformità negli obblighi di frequenza, la tutela dell’anonimato non sempre garantita e condizioni materiali d’esame che non assicurano pari opportunità.
Per l’Udu “il semestre filtro nuoce alla salute del sistema formativo e degli studenti. È un percorso che prometteva ampliamento, ma nella realtà porterà all’esclusione di sette candidati su dieci, dopo mesi di frequenze obbligatorie e procedure diverse da ateneo ad ateneo”.
E ancora: “Non è un meccanismo che aiuta chi sogna di diventare medico: al contrario, aggiunge incertezza, stress e disuguaglianze”.
“Se davvero vogliamo affrontare la carenza di personale sanitario, la strada non è creare nuove barriere - aggiunge l’Unione –. Servono percorsi chiari, investimenti e condizioni paritarie per tutti. Il semestre filtro non amplia il diritto allo studio: lo restringe. Lo diciamo oggi davanti al ministero e in tutte le università italiane”.
Si tratta, in sostanza, di correre ai ripari di un meccanismo folle, irto di ostacoli e che per certi versi peggiora addirittura il “vecchio” numero chiuso e che su Collettiva abbiamo spiegato nei dettagli.

























