"I richiami alla necessità di garantire le lavorazioni sulle nuove unità navali rischiano di rimanere solo una mera dichiarazione di intenti se non seguiti da atti e fatti concreti". A dirlo sono i sindacati della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil in una lettera al ministro della Difesa Elisabetta Trenta, a proposito della carenza di organico dell'Arsenale della Marina militare di Taranto, stabilimento industriale della Difesa che si occupa dei lavori e delle manutenzioni alle navi. "I dipendenti attualmente in servizio - sostengono - non solo non hanno le conoscenze per intervenire sui nuovi e sofisticati apparati, ma non avrebbero neppure il tempo per acquisirle, visto che la maggior parte sarà presto in pensione, come precisato dalla stessa Marina militare alla Commissione Difesa del Senato nella recente audizione sulla condizione degli Arsenali".

Per i sindacati, "il mantra del ricambio generazionale, nella consapevolezza che c'è una legge che lo impedisce (la 244 del 2012), appare solo un esercizio dialettico se non accompagnato da un provvedimento legislativo che ne sospenda l'efficacia. Non si possono garantire le lavorazioni perché mancano la formazione e anche i lavoratori da formare. Non si possono assumere i dipendenti necessari perché una legge sciagurata ritiene gli attuali numeri sufficienti". Aggiungono le organizzazioni tarantine: "Se la classe politica continuerà a raccontare che sono necessarie le assunzioni di giovani senza fare nulla in Parlamento per renderle concrete, si consegnerà alla storia delle tante promesse mancate, delle occasioni perdute e delle comunità tradite".