“La disperazione non può mai giustificare condizioni che mettano a rischio la vita dei propri figli”. Sono state queste le ciniche dichiarazioni del ministro Piantedosi per giustificare il mancato soccorso che è costato la vita ai disperati di Cutro. Si chiama Victim Blaming. Trasformare le vittorie in colpevoli. Tante volte noi donne abbiamo ascoltato parole di questo tipo per giustificare l'autore di violenze o di stupro qualcuno poneva l'altrettanto cinica domanda 'ma com'era vestita?'. È una deriva del pensiero di una destra maschilista e patriarcale che addossa alle vittime la colpa nel tentativo di distogliere l'attenzione dal vero colpevole. 

Sono dichiarazioni indegne, disumane, completamente inaccettabili oltre che inadeguate al ruolo di un ministro della Repubblica. Quelle persone, signor ministro, non partono come facciamo noi e lei per viaggi vacanze. Semplicemente fuggono, signor ministro. Fuggono da guerre, disperazione, povertà, torture. Da situazioni che noi nel nostro tranquillo benessere, non possiamo neppure immaginare".

Inizia così il discorso pronunciato dalla segretaria generale della Cgil Bari, Gigia Bucci, all'iniziativa di lunedì 6 marzo organizzata per ricordare le vittime del naufragio di Cutro.

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