Il 2023 è appena cominciato ed è subito stangata. Per le famiglie italiane, alle prese con gli aumenti delle bollette e dei carburanti, il nuovo anno inizia con un salasso.

Secondo i calcoli di Federconsumatori, i rincari stimati superano soglia 2.384 euro in 12 mesi: agli aumenti già annunciati si aggiungerà una crescita generalizzata dei prezzi di alimentari, servizi e altri beni, trainati dai costi degli energetici. Se il tasso dell'inflazione si confermerà al livello attuale, quindi, più 11,6 per cento su base annua l'indice generale, più 8,1 per cento in media i prezzi al consumo, le ricadute arriveranno addirittura a quota 3.456 euro.

“Le stime Istat confermano un anno record per l'inflazione, in corrispondenza di un forte rischio di recessione alle porte - afferma la vicesegretaria generale della Cgil Gianna Fracassi -. Il rialzo dei tassi non sembra funzionare a contenere i prezzi, soprattutto visto che l'inflazione sorge dall'offerta e in particolare dalle materie prime energetiche”.

Le famigerate accise

Partiamo dalla prima brutta sorpresa, il rialzo dei carburanti, scattato il 1° gennaio perché il 31 dicembre è scaduta la proroga del taglio delle accise (le imposte su fabbricazione e vendita): la misura originaria era stata introdotta a marzo scorso dal governo Draghi (la riduzione valeva 30 centesimi al litro), da novembre lo sconto era stato ridotto. Ora, con il nuovo anno, le famigerate accise si pagano per intero: il rifornimento alla pompa costa 18,3 centesimi in più al litro per benzina e gasolio e 4,3 per il Gpl per autotrazione.

A tutto gas

Ma i balzelli non si fermano qui. Il 3 gennaio l’Arera, Autorità per l’energia, reti e ambiente, ha aggiornato con il nuovo metodo su base mensile le tariffe del gas per i clienti del mercato tutelato. Purtroppo non ci sono buone notizie: la bolletta cresce del 23,3 per cento rispetto al mese precedente, in controtendenza con il mercato dell'energia. La spesa della famiglia tipo nell'anno scorrevole (dal 1° gennaio 2022 al 30 dicembre 2022) è di circa 1.866 euro, pari a più 64,8 per cento rispetto ai dodici mesi precedenti.

Aumenta ma non ribassa

Un andamento che dimostra come le tariffe tardino a beneficiare della riduzione sul prezzo all'ingrosso. In questi giorni infatti il gas all'apertura dei mercati si attesta sui 77,5 euro al Mwh, ovvero il 23 per cento in meno rispetto alla media del mese precedente e il 31 per cento rispetto a due mesi fa.

Si tratta di un fenomeno che interessa anche i consumatori che sono nel mercato libero, sul quale sarebbe necessario un monitoraggio per contrastare la speculazione: molte aziende, infatti, pur acquistando gas ed energia a prezzi più favorevoli, continuano a rivenderli agli utenti a prezzi esorbitanti.

La bolletta elettrica

Poi c’è l’energia elettrica. “Con il calo delle quotazioni all’ingrosso dei prodotti energetici e l’attuazione degli interventi del governo contenuti nella legge di Bilancio – informa l’Arera – per il primo trimestre del 2023 il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per la famiglia tipo in tutela si riduce del 19,5 per cento”.

La bolletta rimane comunque elevata. In termini di effetti finali, ammette la stessa Autorità, “la spesa per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (1° aprile 2022 - 31 marzo 2023) sarà di circa 1.374 euro, più 67 per cento rispetto all’anno precedente”.

Rincari generalizzati

Secondo Federconsumatori il rialzo del costo di luce e gas durerà a fasi alterne per tutto l’anno e sarà aggravato, da aprile, dalla cessazione prevista dal governo delle misure di sospensione degli oneri di sistema (che oggi non paghiamo in bolletta), determinando ricadute insostenibili sui bilanci delle famiglie. Alimentari più 9,2 per cento, assicurazione più 4,6, tariffe acqua più 6,2, ristorazione più 5,9, solo per citare alcune voci.

Lotta alle disuguaglianze

“Occorre fermare la speculazione che trasferisce e moltiplica i maggiori oneri delle imprese sul carrello della spesa, sulle bollette e sui servizi – aggiunge Gianna Fracassi -. Serve un maggiore controllo dei prezzi e dei profitti, specialmente in alcuni settori, affinché i nuovi incrementi non vengano sistematicamente scaricati sul lavoro e sulle persone, che finora si sono fatte carico della tenuta del sistema e continuano a pagare il più alto dei prezzi, la povertà e le disuguaglianze. A oggi non esiste nessuna spirale salari-prezzi, bensì una spirale profitti-prezzi, che va interrotta”.

“La stangata in arrivo si abbatterà pesantemente sulla situazione già precaria di molte famiglie – commenta Federconsumatori –; per questo è sempre più urgente e necessario un maggiore impegno del governo in direzione del sostegno ai meno abbienti e della lotta alle crescenti disuguaglianze, anziché i tagli e le limitazioni previste nella Finanziaria”.

Misure necessarie e stabili

Vanno in questa direzione le richieste di sospensione dei distacchi per morosità delle utenze di luce e gas, la garanzia per la rateizzazione lunga delle bollette, l’aumento, su base progressiva, dell’importo dei bonus sociali, di cui va ampliata la platea dei beneficiari, il fondo contro la povertà energetica e la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo.

"Occorre aumentare i salari e, in generale, i redditi da lavoro, lordi e netti, per spingere la domanda interna e scacciare l'inflazione importata - dichiara Fracassi -, salvaguardando il potere d'acquisto e in questo modo impedendo avvitamenti depressivi”.

“Di fronte ad aumenti di questa portata, lo stanziamento per la carta risparmio spesa e la sterilizzazione degli oneri di sistema fino a fine marzo non sono sufficienti – spiega Michele Carrus, presidente di Federconsumatori –. È indispensabile reperire nuove risorse, innanzitutto con un serio contrasto all’evasione e con una riforma fiscale che tassi di più le rendite e i grossi patrimoni e di meno il lavoro e le pensioni; poi attraverso la tassazione anche del 100 per cento dei superprofitti fatti dalle aziende energetiche, ma introducendo una tassazione anche sugli extraprofitti delle società che operano nei settori creditizio, finanziario, farmaceutico e nell’e-commerce. Misure contro la speculazione che sarebbe giusto rendere stabili, non temporanee”.

Più Stato e più welfare 

“Per invertire la rotta – conclude la vicesegretaria generale Cgil Gianna Fracassi - occorre stabilizzare l'economia ripartendo dalla domanda pubblica e da un maggior peso economico dello Stato (centrale, non certo differenziato), attraverso quindi la promozione dell'occupazione, di un fisco equo e progressivo, di un nuovo welfare e di nuovi diritti, soprattutto per i giovani e per le donne, che restano i soggetti più esposti e invece sono proprio coloro su cui rifondare il modello di sviluppo, in Italia come in Europa”.