Pochi investimenti, tanti tagli e 70 milioni in più alle private. Per la scuola non cambia mai nulla ed era difficile pensare che qualcosa potesse mutare con la prima Finanziaria targata Meloni. Ma forse, dopo due anni di pandemia e tanta retorica, qualcosa di più ci si poteva aspettare. E invece alla scuola la legge di bilancio dedica quattro miseri articoli. E che articoli, tanto da far parlare la Flc Cgil di “provvedimento deludente”. D’altro canto “balza subito agli occhi il fatto che alla scuola statale sono riservate meno che briciole e anzi si realizzano ancora tagli sia agli istituti che al personale”. 

La lettura delle norme è molto semplice. A fronte di investimenti minimi (150 milioni di euro da destinare al personale scolastico e il ripristino del taglio di 126 milioni di euro per il funzionamento scolastico) “per il resto siamo davvero all'anno zero", chiosa il sindacato della conoscenza della Cgil. 

1.400 presidi in meno

La parte più dolorosa (l’articolo 99) prevede una nuova ondata di accorpamenti tra istituti scolastici che, attacca la Flc Cgil, “potrà portare alla scomparsa, già nei prossimi due anni, di oltre 700 unità scolastiche”. A questo “risultato” si arriva innalzando gli attuali parametri minimi per la costituzione delle autonomie scolastiche che passano da 600 a 900-1.000 alunni. In questo modo verranno ridotti i posti di organico di oltre 1.400 dirigenti scolastici e Dsga, una riduzione che proiettata al 2031-2032 significa il passaggio da 8.136 a 6.885 istituti. Come ha commentato il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, in un’intervista su il Fatto Quotidiano, l’operazione “si configura nei fatti come un vero e proprio taglio che ancora una volta andrà a colpire le Regioni e i territori più deboli. Invece di potenziarle e sostenerle le affossano, senza investimenti e con una riduzione delle risorse”.

E alle private 70 milioni

Diversa la musica per le scuole private che, nonostante coprano il 10% dell'offerta formativa, ricevono un finanziamento di circa 70 milioni di euro. Male dunque quello che c’è, ma molto male anche quello che manca. Nel Ddl, denuncia la Flc, manca l'ampliamento del tempo scuola: il tempo pieno alla primaria, il tempo prolungato alla secondaria di primo grado, i laboratori della secondaria di secondo grado. Nessun rafforzamento, poi, del personale Ata e nessun impegno serio sulle assunzioni dell'organico di sostegno agli alunni con disabilità. 

Da ultimo, ma non per importanza, silenzio assoluto sulle risorse del nuovo contratto 2022-2024: “Si pensa così – osserva il sindacato – di proseguire con l'abitudine di stanziare le risorse a triennio scaduto, sicura modalità per indebolire ulteriormente il potere di acquisto del personale del comparto”. “In questa situazione non possiamo che preannunciare forti azioni di mobilitazione non escludendo nessuno degli strumenti a disposizione", conclude la Flc.

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