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Senza umanità

La denuncia della Cgil: in Liguria una strage silenziosa dei migranti

Foto: Danilo Balducci/Ag. Sintesi
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Con il cittadino straniero investito oggi sull'Autostrada A10 direzione Francia, si allunga la lista di coloro che, senza fare praticamente notizia, sono morti in questi ultimi mesi nel tentativo di attraversare il confine. Il sindacato chiede un campo di accoglienza per le persone in transito

Sono stati invisibili da vivi e lo sono anche da morti. È lungo e terribile l'elenco dei migranti che hanno perso la vita, solo negli ultimi mesi, nel tentativo di attraversare il confine tra Italia e Francia, inseguendo il sogno di una vita migliore. La denuncia arriva oggi dalla Cgil Liguria, dopo un altro decesso. "L’ennesimo episodio appreso oggi di un migrante investito verso la Francia è inaccettabile. Pochi mesi fa, in occasione dell’ultimo incidente proprio sulla A10 (erano due i migranti investiti in quell’occasione), avevamo dichiarato che si trattava di un’ennesima puntata di un triste film già visto; era il 2 aprile scorso e solo un mese prima, il 2 marzo, un altro migrante era morto folgorato sul tetto del treno, mentre cercava di attraversare la frontiera di nascosto. E ancora la serata del 31 ottobre 2021, un analogo episodio era capitato alla stazione di Garavan Menton.

Successivamente - si legge nella nota firmata da Fulvio Fellegara, segretario regionale Cgil Liguria - un cadavere, in avanzato stato di decomposizione e per questo irriconoscibile, è stato rinvenuto in un burrone sul Passo della morte. E solo poche settimane prima, un altro decesso aveva bloccato il traffico ferroviario all’altezza di Latte, prima della frontiera: era il primo febbraio 2021. E il 29 agosto, in un episodio identico, aveva visto la morte un uomo del Bangladesh proprio nello stesso tratto. E ancora il 3 giugno un migrante era morto affogato vicino alla foce del fiume Roja, dove pare si fosse immerso per lavarsi; e la mattina del 27 maggio un ragazzo pakistano di 37 anni, trovato morto dai netturbini, a fianco ai bidoni dell’immondizia; e il 22 maggio il suicidio presso il CPR di Torino di Mamadè Moussa Balde originario della Guinea, che il 9 maggio precedente era stato selvaggiamente picchiato in centro a Ventimiglia.

Un elenco che fa male al cuore ma che è doveroso aggiornare, per provare a riconoscere la dignità dell’esistenza, almeno nel momento della morte, a persone che in vita erano considerate invisibili. Il dramma è che si tratta di un elenco parziale, perché di tanti potremmo non essere a conoscenza. Mentre si discute di sbarchi “selettivi” le persone a fianco a noi continuano a non avere un riparo e continuano a morire. Proprio sabato scorso abbiamo manifestato a Roma e a Ventimiglia per la pace. Ma può esserci pace se non è per tutti? È bene essere consapevoli che sul nostro territorio c’è bisogno di una svolta. Chiediamo a gran voce che venga finalmente allestito un campo di accoglienza per le persone in transito".