Non è esattamente un libro dei sogni, ma un insieme di richieste legate alle urgenze e alle emergenze del nostro Paese, alle necessità di noi cittadini, delle fasce più deboli della popolazione, dei fragili, dei lavoratori precari. È l’agenda sociale di cui l’Italia ha bisogno, fatta di idee e proposte che hanno come obiettivo il cambiamento del modello di sviluppo, elaborata dalle associazioni della società civile che hanno stretto un’alleanza con la Cgil per promuovere politiche di pace e disarmo, tutelare e creare lavoro, accelerare la transizione ecologica, rilanciare un welfare dei diritti. Un programma composito da sottoporre ai candidati di queste elezioni politiche, che copre a 360 gradi i temi più rilevanti, cose da fare e progetti da realizzare per il governo e il Parlamento prossimi venturi. Ecco una carrellata.

ActionAid
Un invito ai candidati, prima di tutto: impegnarsi a far proprio il principio di accountability sociale, cioè portare avanti un approccio democratico e innovativo, garantendo ai cittadini la partecipazione. Partendo da questa raccomandazione ActionAid chiede un Piano nazionale di ripresa e resilienza trasparente, attraverso l’apertura anche agli attori della società civile del sistema di monitoraggio, la pubblicazione dei dati e delle informazioni, l’ampliamento degli spazi di consultazione.

Sulle politiche migratorie propone che l’Italia abbandoni l’approccio securitario investendo sulle vie di ingresso legale, e che le iniziative istituzionali, dotate di meccanismi di trasparenza, favoriscano la qualità della spesa attraverso il protagonismo dei Comuni e dell’accoglienza diffusa. Il nuovo governo si deve poi impegnare nella programmazione a lungo termine di politiche di contrasto alle diseguaglianze educative, che mettano al centro la scuola pubblica. Sulla parità di genere ActionAid chiede un monitoraggio e una valutazione di impatto degli interventi finanziati dal Pnrr, e sulla violenza maschile sulle donne l'implementazione delle politiche di prevenzione, protezione e contrasto.  

Anpi
“Per uscire dall’emergenza dobbiamo riscoprire i valori della Resistenza”. Che vuol dire non bassare la guardia e contrastare qualsiasi tentativo più o meno dichiarato di rifarsi all’esperienza storica del fascismo. Ad affermarlo è  Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’Anpi, l’associazione dei partigiani che oltre a invitare al voto, perché astenersi vuol dire rinunciare, ha elaborato una serie di proposte. A cominciare dalla necessità di dare risposte all’impoverimento degli italiani: quindi no all’abolizione del sostegno pubblico ai disoccupati, all’imposizione di una tassa uguale per tutti e anche a chi si oppone all’estensione dei diritti civili.

Per porre fine alla guerra e all’invasione russa, con le conseguenze che ha determinato, ci vuole un ruolo attivo di governo e istituzioni perché l’Ue si faccia promotrice di negoziati per il cessate il fuoco. Infine, la tutela del sistema democratico: ci vogliono riforme ma non costituzionali. Quindi più democrazia dei e nei partiti, valorizzazione della partecipazione, restituzione della centralità del Parlamento, tenendo centrale la questione meridionale.

Antigone
La proposta di Antigone si qualifica su due terreni: interventi diretti a modernizzare e umanizzare la condizione di vita nelle carceri, con l’ampliamento dell’innovazione tecnologica, attraverso l’uso della rete, la possibilità di aumentare i legami con il mondo esterno, favorire lo studio dei detenuti, fattore che ha un grande impatto sulla recidiva. “Dall’altro lato bisognerebbe intervenire sulle norme che producono eccessi di carcerazioni – spiega il presidente Patrizio Gonnella -. Senza ideologismi e con senso pragmatico occorre cambiare l’approccio repressivo della legge sulle droghe, perché i ragazzi vanno educati e non sanzionati e repressi, e intervenire sulle norme in materia di custodia cautelare”.

Arci
“Il decreto Aiuti bis non prevede nulla per il terzo settore, mentre dopo le lunghe chiusure siamo ancora in attesa dei ristori della pandemia del 2020 e 2021. Ricordo che le bollette triplicate non arrivano solo alle aziende ma anche a noi”. Walter Massa, responsabile organizzazione e rapporti con il territorio di Arci, che sta portando avanti una campagna invitando ad andare a votare, non ha dubbi sulle priorità di questo e del prossimo governo: “C’è chi vuole relegarci ad accessori e invece rappresentiamo uno degli ultimi presidi del territorio anche dove non c’è niente. Siamo appena usciti da una fase tragica che ha devastato il nostro mondo fatto di socialità e partecipazione. E dopo due anni ci sono ancora anziani che non escono di casa”.

A complicare la situazione, la riforma del terzo settore, sulla quale si è scommesso ma che sta trasformando volontari e presidenti di circolo in notai e commercialisti, subissati dalla burocrazia. Sul fronte della crisi ambientale l’Arci chiede maggiore impegno, che il tema venga messo nell’agenda politica perché riguarda tutti. Infine la guerra in Ucraina, che nel Paese viene vissuta e considerata come un dato di fatto inevitabile, ma sulla quale è necessario discutere per trovare la via della pace.

Auser
Rafforzare e allargare il welfare e approvare la legge sulla non autosufficienza, attesa da anni. Per l’Auser sono queste le due urgenze che la prossima legislatura dovrà affrontare. “Durante la pandemia siamo stati fondamentali per garantire assistenza e solidarietà a fragili e anziani – dichiara il presidente Domenico Pantaleo - e abbiamo riscontrato che i nostri sistemi socio-sanitario non sono adeguati ai processi democratici. Per questo vanno rafforzati insieme all’istruzione, altro anello debole. Inoltre, gli interventi a favore della medicina territoriale e delle case di comunità finanziati dal Pnrr devono essere integrati e coordinati, mentre quello pubblico per le cronicità deve essere più efficace”. Bisogna infine valorizzare la rete di solidarietà e sociale che è cresciuta in questi anni e che agisce nelle comunità, intercettando i bisogni di disabili, emarginati, minori, poveri, a cui non è stato finora dato un sostegno adeguato.

Avviso Pubblico
Avviso Pubblico ha elaborato cinque politiche e altrettante proposte di impegno, recependo le istanze di più di 500 enti locali e 11 Regioni, un punto di partenza e un promemoria per il futuro Parlamento: favorire l’uso sociale dei beni confiscati e garantire il funzionamento delle aziende sottratte alla criminalità organizzata, semplificare la normativa in materia di appalti senza perseguire logiche di deregolamentazione, sostenere giornalisti e amministratori locali minacciati e intimiditi, stanziare adeguate risorse in favore delle forze di polizia e della magistratura per rafforzare il numero delle persone che vi operano, garantire la massima vigilanza sulla gestione e l’impiego dei fondi del Pnrr.

Poi ci sono le richieste di impegno ai candidati: una riforma dello scioglimento degli enti locali per infiltrazioni mafiose, una legge-quadro sul gioco d’azzardo, la riforma della legge sui testimoni di giustizia, l’approvazione di una norma organica che regolamenti le relazioni fra esponenti istituzionali e rappresentanti di interessi (cosiddette lobby).

Centro per la riforma dello Stato
Rilancia la proposta fatta nella prima fase della guerra in Ucraina, una conferenza di pace promossa dall’Onu per uscire dalla logica militare e delle armi, il Centro per la riforma dello Stato, che sottolinea come in Italia di fatto non si parli del conflitto se non con una posizione schiacciata sulle posizioni della Nato.   

In agenda c’è poi la quesitone della democrazia: “Chiediamo la modifica della legge elettorale in direzione del proporzionale perché quella in vigore è una pessima legge - dichiara la presidente Maria Luisa Boccia -. È chiarissimo che il Parlamento è già stato eletto dai segretari di partito, i designati, e questo svuota di senso il voto. A questo si lega il tema della partecipazione. Molti di coloro che avranno difficoltà a decidere cosa votare sono uomini e donne che fanno politica attiva, nella società, nei luoghi dell’esperienza e del lavoro, ma la fanno con grande sofferenza perché si è spezzata qualsiasi relazione e mediazione con le istituzioni, relazione che va ricostruita”. Infine, la questione dei partiti, in particolare della sinistra: quale società vogliono rappresentare, quali soggetti vi operano, che rapporto con la politica e l’economia?

 Fairwatch
La ong ribadisce la richiesta già posta in passato sui trattati internazionali, ecioè sottoporli a screening partecipato e democratico. Tradotto: tutte le iniziative che verranno prese da qui in avanti, sul Ceta, sull’apertura del dialogo transatlantico, dalla Commissione europea, siano al centro di ragionamenti condivisi, qualsiasi impegno assunto dal governo dovrà essere adottato con le associazioni. “Inoltre sono urgenti una legge contro le delocalizzazioni – aggiunge Monica Di Sisto, vicepresidente -, il rilancio dei piani di ristrutturazione industriale in senso sociale e verde, il rafforzamento del monitoraggio civico del Pnrr, perché ci sono patrimoni e investimenti che vanno regolati. Infine, sfilare i beni comuni dai meccanismi finanziari e di borsa, soprattutto le materie prime strategiche”.

Federconsumatori
Sono focalizzate sul costo dell’energia e sulla necessità di mettere fine alle storture tutte italiane le proposte di Federconsumatori, che al primo posto mette l’urgenza di liberare il prezzo di elettricità, gas e carburanti dalle speculazioni e dalla volatilità dei mercati e di non applicare l'Iva sulle accise sui carburanti e contingentarne il carico fiscale alla media europea. Tra i provvedimenti da mettere in cantiere, la riforma complessiva degli oneri generali di sistema, una sospensione dei distacchi, la definizione della casistica di morosità incolpevole, un fondo di sostegno per le fasce meno abbienti, un albo dei venditori autorizzati a operare nel settore dell’energia.

Per Federconsumatori bisognerebbe anche rafforzare i compiti di sorveglianza e i poteri sanzionatori delle autorità indipendenti e di Mr. Prezzi, allargandone il campo d’intervento e le funzioni di coordinamento, attivare presso le prefetture i comitati territoriali di sorveglianza sui prezzi, consultare preventivamente le associazioni riconosciute per l'assunzione di provvedimenti in materia di prezzi e politica energetica.

Forum Disugualianze Diversità
Per il Forum Disugualianze Diversità sono sette le priorità strategiche per la prossima legislatura, posizioni che sono condivise e sostenute anche dalla Fondazione Basso: conoscenza per tutti; servizi fondamentali abilitanti per società, lavoro e impresa a misura dei luoghi e orientati a rimuovere gli ostacoli che producono subalternità di classe, etnica, di genere ed ecosistemica; dare più tutela e potere al lavoro; accrescere il potere e la libertà dei giovani nel costruirsi un percorso di vita e contrastare la povertà educativa attraverso comunità educanti; accelerare la trasformazione ecologica e combinare giustizia sociale e ambientale, in particolare attraverso modi di produzione e consumo energetico attenti agli interessi del lavoro e dei più vulnerabili; consentire al “pubblico” di svolgere le nuove e più sfidanti missioni attraverso un’organizzazione che assicuri buon reclutamento, formazione continua, capacità di dialogo sociale e discrezionalità dei pubblici amministratori; azioni contro la povertà.

Forum italiano dei movimenti per l’acqua
Siamo nel campo dei beni comuni. E per il Forum italiano dei movimenti per l’acqua le questioni centrali sono quelle storiche: ripubblicizzazione della risorsa e interventi seri per affrontare e trovare soluzioni alla carenza idrica, che viene trattata come un’emergenza ma che invece è un problema strutturale. “Dalla riduzione delle perdite, su cui bisognerebbe investire più risorse, e non soltanto pubbliche ma anche dei gestori privati – precisa il portavoce Paolo Carsetti -, a provvedimenti sull’agricoltura, uno dei settori maggiormente esigenti. È inutile costruire invasi se poi la siccità ne impedisce il riempimento. Così come è controproducente colpevolizzare i comportamenti individuali: risparmiare acqua facendosi meno docce può avere un valore culturale ma incide pochissimo sul consumo complessivo”.

Greenpeace
Per Greenpeace Italia le priorità per la nuova legislatura sono sette: si va da una vera transizione energetica basata sulle rinnovabili e sull’elettrificazione dei trasporti alla richiesta di non finanziare più gli allevamenti intensivi e riconvertirli imponendo la netta riduzione degli animali allevati; dalla promozione di un'agricoltura ecologica senza pesticidi, rispettosa di ambiente e biodiversità a quella della mobilità sostenibile e delle aree verdi in città, dal centro alla periferia. E poi: investire per proteggere almeno il 30 per cento del nostro territorio e dei nostri mari entro il 2030 e rafforzare la tutela del patrimonio naturale italiano; riconvertire l'industria militare mettendo al centro della sua mission la lotta alle vere minacce a cittadini e ambiente; ridurre i rifiuti a monte.

Kyoto Club
Per contrastare l’emergenza climatica secondo il Kyoto Club vanno messe in campo una serie di azioni: il taglio delle emissioni climalteranti, oggi inferiori del 22 per cento rispetto al 1990, per arrivare almeno al 40 per cento; il raddoppio della quota annua di superficie edilizia riqualificata; l’installazione di 8 GW di rinnovabili all’anno in media; l’avvio di una reindustrializzazione green dell’Italia.

Legambiente
L’agenda di Legambiente  è composta da 100 proposte di riforme e interventi su 20 temi, con al centro la lotta alla crisi climatica, l’innovazione tecnologica, il lavoro, l’inclusione sociale, guardando all’Europa, alla riconversione del tessuto produttivo, che può garantire milioni di posti di lavoro, l’apertura di impianti produttivi o la riconversione di quelli già esistenti, la giusta transizione, un obiettivo da perseguire penalizzando economicamente le aziende più inquinanti.

Sul fronte della lotta al riscaldamento globale l’associazione chiede di eliminare i sussidi alle fonti fossili, aggiornare il Piano nazionale integrato energia e clima al piano europeo REPowerEU, fissare un tetto ai profitti delle aziende che estraggono e trasportano gas fossile o petrolio. Altra priorità è la realizzazione di nuovi impianti di produzione da rinnovabili su cui è fondamentale che si velocizzi l’iter di autorizzazione. Sulla questione paesaggio occorrerebbe completare l’approvazione dei piani paesaggistici regionali co-pianificati. Altra priorità, accelerare sull’economia circolare. Gli errori da evitare sono infine il ritorno al nucleare e il Ponte sullo Stretto di Messina, temi che hanno animato in modo surreale una parte della campagna elettorale. 

Libera
In vista delle elezioni Libera rilancia le undici priorità nella lotta alle mafie e alla corruzione. Si va dall'educazione e ricerca, con la proposta di allineamento del Pil ai parametri europei, portando la quota investita in questi campi al 5 per cento, all’aggressione dei patrimoni criminali e riutilizzo sociale dei beni confiscati, con una verifica dell’applicazione delle varie modifiche normative del codice Antimafia; dalla transizione ecologica e lotta all’ecomafia, con il rafforzamento dei controlli e l’approvazione di una legge ad hoc, alla lotta agli illeciti nei settori del cyber crimine e delle criptovalute, grazie all’introduzione di una moneta digitale emessa dalla Bce.

Centrali anche la libertà d’informazione per contrastare il veleno della propaganda con l’approvazione della normativa che intervenga sul reato di diffamazione e sul meccanismo delle “liti temerarie”. E l’intreccio mafia e politica, per combattere il quale si dovrebbe rivedere la legge in materia di scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose. Tra gli altri temi, percorsi per l’affermazione dei diritti delle vittime, azioni contro i populismi e il governo delle lite, politiche sociali e del lavoro per sconfiggere mafie e disuguaglianze.

Oxfam Italia
I grandi temi che stanno a cuore a Oxfam Italia sono giustizia fiscale, povertà lavorativa, migrazione, cooperazione internazionale. Per ognuno la ong ha individuato le richieste prioritarie a cui il prossimo governo non può sottrarsi. Innanzitutto la ricomposizione complessiva del prelievo con lo spostamento del carico fiscale dal lavoro a profitti, interessi e rendite, e poi il rafforzamento della progressività del sistema e della sua portata redistributiva. Per contrastare il lavoro povero occorrerebbe disincentivare i contratti a termine e introdurre limitazioni all’esternalizzazione, estendere l’efficacia erga omnes dei contratti collettivi e introdurre il salario minimo legale.

Articolate le proposte sulla migrazione: una radicale riforma della normativa sugli ingressi per lavoro con l’abolizione della Bossi-Fini; sostengo alle attività di soccorso in mare e contrasto alle politiche di esternalizzazione dei confini; promozione del un sistema di accoglienza diffuso basato su piccoli centri; riforma della legge sulla cittadinanza. L’azione della cooperazione italiana deve poi essere rilanciata per arrivare all’obiettivo dello 0,7 per cento del Pil in aiuto pubblico e si deve concentrare in termini di qualità ed efficacia verso Africa e area mediterranea.

Rete Salute Welfare Territorio
Bisogna aumentare le risorse ordinarie per la sanità pubblica, in aggiunta a quelle straordinarie che arriveranno dal Pnrr, perché siamo al di sotto di due punti di Pil rispetto a Francia e Germania, un divario con gli altri Paesi europei che sta aumentando e va colmato. Ne è convinta la Rete Salute Welfare Territorio: anche se per fare fronte all’emergenza c’è stata un’inversione di tendenza, la spesa è destinata a ridursi.

“Dobbiamo rafforzare la sanità pubblica e più in generale il welfare pubblico, con specifica attenzione ai territori più carenti e alle persone più emarginate – spiega Nerina Dirindin, portavoce -. Anche le politiche del personale devono essere adeguate alle necessità: è l’ora di superare i vincoli alle assunzioni e incentivare il rientro dalle troppe esternalizzazioni. Il personale è la principale risorsa del Ssn, senza l’assistenza non può essere erogata”. Inoltre, occorre stralciare la sanità e la scuola dai temi in discussione sull’autonomia differenziata e approvare un provvedimento complessivo sulla non autosufficienza, riforma che è rimasta al palo.

Rete degli studenti medi – Udu
Sono 100 le idee per cambiare il Paese su cui la Rete degli studenti medi e l’Unione degli universitari chiedono l’impegno dei candidati: al centro, diritto allo studio e accesso all’istruzione superiore e universitaria, lavoro, ambiente, salute psichica, spazi sicuri. Tra i tanti temi, la richiesta di arrivare al 5 per cento del Pil in istruzione, l’abolizione della tassazione universitaria, la gratuità del materiale didattico, trasporto pubblico gratuito per studenti e un piano straordinario di interventi in edilizia. Ma anche l’abolizione dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, dei tirocini universitari gratuiti, il riconoscimento della figura dello studente lavoratore.

E ancora: eliminazione della plastica dentro scuole e università, efficientamento energetico del patrimonio edilizio, un albero per ogni studente, riconversione di tutte le centrali a gas e carbone. Sul fronte del benessere le due organizzazioni chiedono l’abolizione dei centri informazione e consulenza scolastici, l’istituzione degli sportelli di assistenza psicologica e dello psicologo di base territoriale. Educazione di genere, alla sessualità e all’affettività obbligatoria nelle scuole, percorsi di sensibilizzazione alla violenza di genere, forniture di profilattici e dispenser di assorbenti gratuiti.

Sbilanciamoci
Sul fronte della lotta alle disuguaglianze e per la giustizia fiscale, Sbilanciamoci ha lanciato la campagna Tax the Rich, un programma di cinque proposte radicali che porterebbero circa 40 miliardi di euro in più all’anno nelle casse dello Stato, da destinare alla riduzione delle tasse per i redditi sotto i 20 mila euro, al rafforzamento e al sostegno del welfare, più risorse per far fronte alle future e maggiori esigenze previdenziali per i trattamenti pensionistici delle nuove generazioni: tassazione delle ricchezze milionarie, nuova tassazione sulle rendite finanziarie (cumulare i redditi da capitale a quelli da lavoro, assoggettando entrambi alla dichiarazione Irpef), imposta di successione progressiva (innanzitutto portando la franchigia ad 1 milione di euro), tassazione progressiva sui redditi con tre scaglioni aggiuntivi, una radicale revisione della tassazione sulle transazioni finanziarie attualmente in vigore che ne allarghi il campo di applicazione.

 Uisp
Un’assunzione di responsabilità verso il vasto mondo del terzo settore da parte del nuovo Parlamento e governo è quello che si aspetta l’associazione di promozione sociale e sportiva. “Contrasto alle disuguaglianze e alle povertà, accesso ai diritti, tutela dei cittadini più fragili, sostenibilità economica e ambientale devono diventare ambiti di intervento con politiche concrete e risorse idonee – afferma il presidente Tiziano Pesce -. Solo così si potrà (ri)costruire un Paese più equo e giusto, che possa continuare a promuovere voglia di futuro, coesione sociale, integrazione, salute, innovazione”.

Tra le richieste, la completa messa a terra delle riforme legislative dello sport e del terzo settore per arrivare al tanto auspicato riconoscimento del valore sociale dello sport all’interno delle politiche di welfare, e interventi strutturali pluriennali per non disperdere il patrimonio rappresentato da decine di migliaia di associazioni e società sportive, già duramente provate dalla pandemia, ora a rischio chiusura a causa dell’aumento dei costi e delle bollette.

Wwf
Per il Wwf l’ultima legislatura non ha inciso concretamente sulle emergenze ambientali: in pratica abbiamo perso cinque anni. “Sicuramente vi sono stati importanti elementi di novità, ma ora è importante che partiti e coalizioni si rendano conto che non possiamo permetterci di sprecare anche la prossima legislatura – dichiara il presidente Luciano Di Tizio -. Per contrastare il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità è necessario agire concretamente attraverso leggi, piani e programmi non più rinviabili”.

Da qui la proposta di un “Codice della natura” che riunisca, sistematizzi, semplifichi e innovi la legislazione, in cui dovrà anche trovare posto il Garante della natura, sul modello delle altre Authority. Una norma sul consumo del suolo che dovrà muoversi in una logica di “bilancio zero” e una sul clima che fissi le azioni da compiere per raggiungere gli obiettivi a medio e lungo termine. Infine, dare concreta attuazione alla modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione dove in modo esplicito viene affermato che la Repubblica tutela l’ambiente e che la libera iniziativa economica non può danneggiarlo.