“È andata. Sono ufficialmente candidato. L’Unesco mi ha ufficialmente inserito nel gruppo di associazioni e persone che nel mondo hanno lottato in modo nonviolento a tutela dei diritti umani e della pace. Il premio Unesco ‘Madanjeet Singh’ è biennale e prestigiosissimo. Già questa seconda candidatura consecutiva (primo tra gli italiani) è un riconoscimento e stimolo incredibile. Devo ringraziare le organizzazioni e associazioni che mi ha formalmente sostenuto: Cgil (il segretario Landini), Legambiente (presidente Ciafani) e Cild (presidente Arturo Salerni) e Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, per essere mio referente e garante per Il premio Unesco. Io non so come andrà a finire. Ma già così è tanto, davvero tanto”

È questa la dichiarazione a caldo di Marco Omizzolo, docente di sociopolitica delle migrazioni all’Università la Sapienza di Roma, alla notizia della candidatura al premio Unesco. Il sociologo laziale insieme alla Flai e alla Cgil da anni è al fianco dei braccianti, quasi tutti di origine indiana, della pianura pontina. Con loro contro il caporalato e le mafie che sfruttano il lavoro. Per questo è stato più volte minacciato ma il suo impegno non si ferma e il riconoscimento dell’Unesco che lo considera un costruttore di legalità e un paladino dei diritti umani è la giusta sottolineatura al suo lavoro. Così come giusta sottolineatura arrivò nel 2019 da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che per la sua attività lo insignì del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana.

“Una gran bella notizia – afferma Luciano Silvestri, responsabile legalità della Confederazione di Corso d'Italia - rispetto alla quale mi preme sottolineare tutta la soddisfazione della Cgil e la vicinanza a Marco. Marco, oltre ad far parte della Consulta della Legalità dell’Organizzazione, è con noi un compagno di strada straordinario nel difficile impegno per difendere e affermare i diritti umani e i diritti nel lavoro”.