In tutto il Paese, in piena pandemia, le scuole italiane continuano prendere su di sé il compito gravoso di portare avanti la propria missione educativa: quella di costruire i cittadini di domani. E lo fanno spesso abbandonate a se stesse. Con una situazione sanitaria che non accenna ad allentare la morsa, tra norme farraginose – spesso di non semplice interpretazione – ed ereditando deficit strutturali che il virus ha finito per far esplodere: spazi insufficienti, organici inadeguati, infrastrutture anche immateriali non all'altezza.

Non fa eccezione l'Istituto comprensivo Salvo D'Acquisto di Cerveteri, cittadina di 40.000 abitanti a sessanta chilometri da Roma. Un istituto modello, all'avanguardia nell'utilizzo della Dada, la didattica per ambienti di apprendimento, quella strategia educativa che "rompe" l'unità classe e in cui sono le studentesse e gli studenti a muoversi tra le diverse aule dedicate alle singole materie.

Una pratica interrotta dalla pandemia che però, come ci spiega la dirigente scolastica, Velia Ceccarelli, se la scuola avesse spazi adeguati sarebbe potuta continuare anche in questa situazione così difficile. In questo video questa scuola "si" racconta, attraverso i suoi protagonisti. Tra regole complicate, mascherine che non arrivano e problemi di organici: una realtà importante del territorio che non si arrende alla situazione attuale.