“Costruire la cultura della legalità e gli strumenti per contrastare la criminalità organizzata sono le chiavi indispensabili per affrontare la ripresa”. Questo il messaggio che lancia Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil, riflettendo sui cinque giorni della IV edizione della Summer School organizzata dalla confederazione di Corso d’Italia, in collaborazione con l’Università Alma Mater di Bologna.

L’edizione di quest’anno, per scelta consapevole, è stata aperta dalla premiazione della V edizione del Premio dedicato alla memoria di Pio La Torre dedicato a sindacalisti, giornalisti e amministratori locali, che svolgendo il proprio lavoro costruiscono legalità.

“La mafia nega il lavoro, nega il diritto a fare impresa, lede l’articolo 21 della Costituzione e quindi il diritto a fare informazione - ce lo ricorda la lunga lista di giornalisti uccisi -, nega il diritto a vivere in un ambiente sano, come ci ricorda la terra dei fuochi. Ci nega il diritto alla salute. Ecco il senso di questo riconoscimento: premiare l’impegno del servizio pubblico nel fare informazione, del servizio pubblico di chi amministra i territori e quello in difesa dei diritti dei lavoratori. Queste le parole pronunciate da Franco La Torre in apertura della cerimonia di premiazione organizzata dalla Fnsi, da Avviso Pubblico e dalla Cgil.

Rosy Bindi, presidente della giuria, ha ricordato: “Le mafie sono un potere che entra in rapporto con gli altri: se ancora le mafie ci sono è perché in molti aprono le porte. Ancora oggi c’è una sottovalutazione della presenza delle mafie e proprio mentre stiamo riprogettando il nostro futuro”. Il chiaro riferimento è alla partita dei fondi del Recovery Plan: una partita che i clan vogliono giocare fino in fondo. “Con questo premio noi non premiamo degli eroi – ha spiegato  Bindi - ma premiamo persone che nel proprio ambito fanno quotidianamente il proprio lavoro: giornalisti che informano, sindacalisti che difendono il diritto al lavoro, amministratori che si prendono cura della cosa pubblica”.

Di dovere della memoria ha parlato la professoressa Stefania Pellegrini, direttrice del Master in “Gestione e riutilizzo di beni e aziende confiscate alle mafie” dell’Università di Bologna, nonché direttrice della Summer School, che ha diretto i lavori del premio Pio La Torre. “Abbiamo la grande responsabilità di questa eredità, che è sulle spalle di tutti noi, perché Pio La Torre era un personaggio unico, da molti considerato un visionario, sempre dalla parte degli ultimi, che aveva capito che la mafia andava combattuta a livello centrale”.

Diverse istituzioni, dalla procura antimafia al ministero dell’Interno, continuano a lanciare l’allarme sui rischi di infiltrazione della criminalità organizzata nei fondi del Pnrr. “Un appuntamento straordinario, che ha visto la partecipazione di importanti relatori impegnati ad analizzare i cambiamenti della nostra epoca e i rischi di una sempre più accentuata frattura nella società che alimenta il potere criminale e mafioso”, ha detto ancora Giuseppe Massafra: “Per noi ha un valore straordinario, non solo formativo. Si tratta di come riempire la cassetta degli attrezzi per raccogliere la sfida epocale e renderci protagonisti della direzione da dare ad un cambiamento che nella legalità, nel riconoscimento dei diritti e nella centralità del lavoro deve avere i suoi capisaldi”.

Imparare a riconoscere i pericoli e a come evitarli è fondamentale. Si è discusso delle connessioni tra mafie e crisi sanitaria e su quali siano i meccanismi utilizzati oggi dalla criminalità organizzata, per trarre profitto dalla pandemia. E poi, capire come l’aumento della povertà e la diminuzione del lavoro causato dal Covid faciliti l’aumento del controllo del territorio da parte di Cosa Nostra, 'ndrangheta e camorra serve a comprendere come la risposta sia la creazione di lavoro dignitoso e sufficientemente retribuito. Infine gli appalti: bisogna intervenire non solo sulla parte procedurale per velocizzare l’avvio, ma è soprattutto nella parte della realizzazione di progetti che occorre intervenire per rendere tutto più veloce e limitare l’infiltrazione criminale. Strategica e fondamentale è la contrattazione di anticipo. La “scuola” si è conclusa proprio con il racconto di buone pratiche che possono essere di insegnamento per altri.

Come di insegnamento possono essere le ragioni per le quali la giuria del Premio Pio La Torre ha selezionato i premiati di questa edizione e soprattutto il racconto del loro impegno quotidiano. Hanno ottenuto il riconoscimento: Giulia di Girolamo, consigliera alla Legalità del Comune di Bologna, per la categoria amministratori pubblici; Rosario Callipo, brigadiere della Guardia di Finanza, per la categoria sindacalisti; Alessia Candito, reporter freelance per la categoria giornalisti.