“I dati che l’Inail fornisce ogni anno in materia di denunce di infortuni e di morti sul lavoro sono impietosi, ma ciononostante si continua a non investire a sufficienza sui dipartimenti di prevenzione e su massicce assunzioni di tecnici della prevenzione”. Lo dichiara Ivan Bernini, segretario generale Fp Cgil Veneto.

“C’è una sorta di assuefazione a morti e incidenti sul lavoro, come se fosse ormai considerato un fatto ineluttabile – prosegue il dirigente sindacale -. Si piange il giorno dopo, ma le cose continuano esattamente come prima. Spiace peraltro constatare che ogniqualvolta si denunciano le carenze di personale in questi settori e gli scarsi investimenti operati nel corso degli anni, arrivano sempre “risposte piccate” da parte di regione e direzioni delle Ulss che, anziché riconoscere il problema tendono a minimizzarlo. Bisognerebbe, diversamente, che tutti prendessero cognizione dell’enormità che il tema rappresenta e lo facessero proprio per cercare soluzioni più incisive nel limitare il fenomeno”.

“Se dopo anni di crisi economica e di stagnazione nell’occupazione i numeri di morti e infortuni sono ancora così drammaticamente alti, possiamo immaginare che con la possibile ripresa legata anche al Recovery plan il rischio di incremento nei numeri salirà ulteriormente. Considerando che è proprio nei settori a maggiore incidenza di infortuni che si riverseranno risorse e relative attività”, afferma ancora il sindacalista.

Nel 2018 Regione e organizzazioni sindacali confederali firmarono un protocollo che impegnava la Giunta a un investimento importante nel settore con l’incremento di assunzioni di tecnici della prevenzione da destinare agli Spisal. Com'è andata? Si chiede ancora l'esponente della Cgil regionale. "Solo per stare a qualche numero: Ulss Scaligera 11 nuovi assunti nel 2019, 2 nel 2020. Nel frattempo se ne sono persi per pensionamento o dimissioni 5; il numero di tecnici della prevenzione oggi è pari a quello che c’era all’incirca nei primi anni 2000; Ulss Marca Trevigiana 22 nuovi assunti nel triennio che però risulterebbero, per ampia parte, assegnati a servizi diversi dallo Spisal; Ulss Berica 4 nuovi assunti nel 2020;; Ulss Pedemontana 2 neoassunti nel 2019 uno dei quali già dimesso nel 2020. Attualmente ci sono 11 tecnici della prevenzione, gli stessi del 2018, con 3 in previsione di pensionamento; Ulss Veneziana 10 nuovi assunzioni nel triennio per un organico totale di 20 unità; Ulss Euganea 14 nuovi assunti dal 2019 con 7 già usciti (dimissioni o pensionamento) e 2 prossimi alla pensione".

“Val la pena considerare – conclude Bernini -, giusto per evitare polemiche di sorta, che nei saldi finali va distinto tra copertura per uscite pensionamenti – e quindi copertura da turnover – e investimenti. Investire significa potenziare gli organici, non sostituire chi cessa. Senza essere tacciati di demagogia noi pensiamo che intanto serva assumere tecnici della prevenzione da destinare effettivamente e a potenziamento degli Spisal. Cosa che non si è fatta finora. Stabilendo, Stato e regioni, che su questa tipologia di personale si possa andare in deroga ai limiti alle assunzioni e alla spesa. O la sicurezza è una priorità, e come tale si eliminano taluni vincoli, o diversamente si fa finta di considerarla tale”.