Le proposte scadono il 10 marzo, ma nei nuovi bandi della San Servolo Servizi Metropolitani di Venezia manca un passaggio fondamentale, la clausola sociale.

Sono 24 gli addetti – tra ristorazione, caffetteria e servizio ai piani – che in assenza di questa condizione rischiano di perdere il posto. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno chiesto un incontro all’amministrazione della società, ma il tempo è poco e non è certo che sia possibile modificare il contenuto dei bandi prima della scadenza. Ma il tempo sembrerebbe l’ultimo dei problemi.

I lavoratori occupati nella struttura dell’isola di San Servolo fanno capo alla Iniziative Venete Hotellerie srl, società con sede al Tronchetto che conta un migliaio di addetti in tutta Italia e un fatturato di 40 milioni, ma che al momento ha l’80% del personale in FIS e avrebbe difficoltà a reinserire gli eventuali 24 esuberi di San Servolo in altre strutture: dal 31 marzo, quando i licenziamenti saranno nuovamente consentiti, e dopo anche 20 anni di lavoro, potrebbero trovarsi a casa.

I nuovi bandi vedono drasticamente ridotto il personale impiegato alla San Servolo Servizi, solo sei unità per ristorazione e caffetteria contro le 16 attualmente impiegate e la metà – da 12 a sei – alla reception. Ma il punto più controverso è proprio la clausola sociale, assente dai bandi perché, a detta della società, “non ricorrono i presupposti” per inserirla, “in quanto sono cambiate sia le condizioni che l’oggetto del servizio della concessione rispetto a quello in essere”.