"Dopo un'assenza durata per tutta la fase della pandemia, periodo in cui la sua amministrazione ha brillato per la mancata gestione delle problematiche della città', dopo aver fallito sulla programmazione del trasporto pubblico locale, con conseguenze che saranno pagate dai cittadini anche alla riapertura delle scuole il prossimo 7 gennaio, dopo aver portato sulle soglie del fallimento Roma Metropolitane e averne fortemente depauperato le capacità di progettazione, dopo aver fallito nella gestione dei rifiuti con un’azienda incapace di svolgere le attività cui è preposta, fallito nella gestione degli asili con Multiservizi, che ancora opera con continue proroghe lasciando nell’incertezza migliaia di lavoratrici e lavoratori, fallito nella gestione delle farmacie comunali, fallito nella gestione del decoro cittadino, della manutenzione del verde e della riqualificazione edilizia, la sindaca Raggi prende carta e penna e convoca un tavolo permanente per lo sviluppo di Roma, sino al 2030". Così, in una nota unitaria, il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Michele Azzola, il segretario generale della Cisl di Roma Capitale Rieti, Carlo Costantini e il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica.
 
"Come al solito, di fronte all’incapacità reale di amministrare la città, la sindaca risponde con la propaganda, che in questo caso suona fortemente come dettata dalla campagna elettorale. In questo modo convoca un tavolo che vede presenti dalle associazioni datoriali alle grandi aziende evitando accuratamente di confrontarsi con le rappresentanze dei lavoratori, colpevoli di aver denunciato ripetutamente il livello di degrado e l’assenza di programmazione cui ha ridotto la città nei quattro anni di governo. E come spesso accade nella peggiore politica, essendo manifesta la sua incapacità a gestire le aziende partecipate, elementi fondamentali per la ripresa della città, si vuole porre a capo del progetto di sviluppo futuro per provare a nascondere le enormi responsabilità che caratterizzano la sua giunta", continua il comunicato sindacale.
 
"Il problema è che i cittadini e le cittadine di Roma vivono nella vita reale e non si accontenteranno di proclami sterili su un futuro da costruire: loro continueranno a pretendere servizi che funzionino, capacità di unire e non dividere le forze sociali e civili che vivono e operano nella città e, soprattutto, contribuire con il ruolo pubblico a creare posti di lavoro che rappresentano la vera emergenza sociale della città. Per questo il sindacato non appare degno di essere chiamato a esprimere il proprio parere e portare il proprio contributo. Contributo che forse richiederà per il tavolo che dovrebbe riscrivere i poteri di Roma a pochi mesi dalle elezioni. Nei prossimi mesi, con l’auspicata riduzione della circolazione del virus, tutti i nodi verranno al pettine e le tante emergenze sociali ed economiche esploderanno, le nuove diseguaglianze e le altre povertà emergeranno in tutta la loro gravità e la sindaca non potrà nascondersi dietro a tavoli permanenti tanto prosopopeici quanto privi di pragmatismo e visione. E li', come sempre accaduto, la sindaca dovrà piegarsi al confronto con le rappresentanze di chi ha pagato il prezzo più alto della crisi: i lavoratori e le lavoratrici. Arrivederci sindaca", concludono i confederali.