“Il blocco delle attività artistiche e di spettacolo dovute al Covid-19 ci ha obbligato a confrontarci con i limiti reali in cui la produzione culturale pugliese si muove da decenni, amplificando la distanza del settore dalle altre categorie economiche e professionali del paese e dell’Europa”. Si apre così la lettera inviata dalla Slc Cgil Puglia al presidente della Regione Michele Emiliano: “Il rischio di disperdere un patrimonio unico al mondo di competenze e talenti ci impone di compiere un radicale cambio di rotta che possa coinvolgere tutti gli attori delle filiere che operano a sostegno e diffusione dell’arte e dello spettacolo, garantendo a ognuno di essi opportunità di sviluppo con adeguati strumenti che consentano a ogni anello della catena di svolgere saldamente la propria funzione sociale ed economica”.

La categoria ritiene “inaccettabile che si continui a procedere, ormai da cinque anni a questa parte, a emanazione di avvisi pubblici, progettati nell’ambito della Sezione Economia, al di fuori delle regole legislative”. Di fatto la Regione Puglia, denuncia il segretario generale della Slc Cgil Puglia Nicola Di Ceglie, “è a tutt’oggi priva di una legge e di una regolamentazione del settore. Si continua a emanare, con gravi ritardi di pubblicazione e di pagamento, bandi annuali, triennali o di ristoro del tutto incoerenti e insoddisfacenti rispetto alle reali condizioni di vita e di lavoro di operatori e artisti pugliesi”.

È il motivo che spinge la Slc Cgil Puglia a giudicare “completamente fallimentare, oltre che dannosa, l’azione messa in atto dal dipartimento e dalla Sezione Economia della cultura, di cui chiediamo una completa ristrutturazione degli incarichi”. Di Ceglie chiede l’annullamento del “bandone” 2020/2021 che, “contrariamente a quanto discusso e promesso in sede di concertazione, contiene un impianto che lo rende del tutto inaccessibile alla stragrande maggioranza delle imprese, massacrate dalla attuale crisi, che presuppone dimensioni di impresa incompatibili con il mondo della cultura e dello spettacolo, fatte alcune eccezioni di realtà storicamente finanziate dal ministero o di quelle dedite a distribuzione di prodotti a facile fruibilità di mercato”.

La Slc Cgil Puglia chiede “con forza che la Regione ristabilisca la legalità nel settore, con azioni trasparenti di regolamentazione, legislazione concorrente, equità nella distribuzione di risorse, con fondi ordinari ed europei. Chiediamo, inoltre, che venga ripristinato con provvedimento immediato l’albo professionale delle imprese, già istituito dal precedente governo regionale e funzionale all’ammissione delle stesse ai bandi pubblici”.

Per la Slc i “finanziamenti devono poter garantire un sistema integrato di produzione, promozione e distribuzione in un arco temporale pluriennale, con l’obiettivo di dare stabilità al settore e di favorire lo sviluppo e l’affermazione della scena locale nella dimensione nazionale ed internazionale. Bisogna procedere nel sostenere la produzione regionale di qualità, collegandola allo sviluppo di filiere distributive efficienti, prestando maggiore attenzione alla natura dell’occupazione e dell’organizzazione del lavoro nel settore, in cui operano una molteplicità di figure professionali, che, per la natura stessa del loro lavoro discontinuo, necessitano di pianificazioni apposite oltre che di più frequenti occasioni lavorative”.

Il sindacato, infine, ritiene che “a questi singoli lavoratori vada inoltre riconosciuto un sostegno regionale al reddito in questo periodo di difficoltà, volto a evitare la dispersione di talenti e a fronteggiare situazioni di bisogno che sono diventate oggettivamente drammatiche. Su questi e altri temi chiediamo un confronto e un intervento urgente, in caso contrario, procederemo alla mobilitazione del settore”.