Foto di rito con lo zaino sulle spalle e poi tutti fuori per una giornata attesa da sei lunghi mesi. Tra incognite e carenze, questa mattina, le scuole hanno riaperto i battenti in 13 regioni, per oltre cinque milioni e mezzo di studenti, ma oltre ai dirigenti degli istituti, a essere sotto esame era tutto il sistema del trasporto pubblico locale. Nell'incapacità di aumentare corse e personale, le aziende e le regioni si erano appellate al governo per poter saturare i mezzi fino all'80 per cento. Oggi erano chiamati a dare prova della sostenibilità di questa scelta.

Qui Milano. "Tra di noi c'era molta preoccupazione – racconta a Collettiva Ivan Albanese, delegato sindacale dell'Atm – però siamo soddisfatti per come sono andate le cose. Se riusciremo a coordinarci tutti e a scaglionare gli orari di ingresso di scuole e uffici, sapremo gestire al meglio il flusso di passeggeri. Però non sempre le cose scorrono lisce, perché – sottolinea il lavoratore – quando i mezzi si riempiono, non tutti sanno utilizzare il buon senso. Si sono verificati dei casi di ragazzi saliti in gruppo, senza dispositivi di protezione o, peggio, con la mascherina sotto il mento, ma per fortuna non si è verificata alcuna situazione critica".

Qui Bologna. "La giornata non ha dato fino in fondo l'idea del primo giorno di scuola – racconta Barbara Bellini, lavoratrice Tper – . Le famiglie hanno preferito accompagnare con mezzi propri i figli. Lo si è capito dall'aumento del traffico, reso più caotico anche dall'avvio di numerosi cantieri stradali". Ricorre anche qui il tema della sicurezza: "Questa mattina ho dovuto discutere con dei ragazzi che non intendevano rispettare le regole. C'è bisogno di maggiori controlli – sottolinea l'autista – perché spesso non ti danno retta. Stesso problema che riscontriamo con gli anziani. Questa mattina in centro abbiamo visto la polizia al lavoro per verificare il rispetto delle prescrizioni, ma temo che da domani l'attenzione diminuisca". Concorde sul proseguire la battaglia sulla sicurezza anche il collega Antonio Lucci: "Da questa mattina è venuto meno il distanziamento degli utenti dalla cabina di guida, per questo è necessario che ci sia la massima attenzione sull'uso dei dispositivi di protezione da parte di tutti".

Qui Roma.  Nella Capitale, rispetto alla realtà pre-covid, non si sono verificati particolari problemi. Per Alessio Aschettino e Paolo Carpineta, entrambi rappresentanti dei lavoratori per la Filt Cgil, "ha contribuito il fatto che per la prima volta non si sono sommati il rientro in classe con quello negli uffici. È sotto gli occhi di tutti come, fino alla fine della pandemia, la pratica dello smart working sia la soluzione che permette di garantire la sicurezza dei cittadini ma bisogna mantenere alta l'attenzione. Questa mattina le uniche file si sono verificate davanti agli istituti scolastici. Al rientro però sui mezzi si è raggiunto un limite di guardia che – per il bene di tutti – non deve essere superato".

Soddisfazione è stata espressa anche da rappresentanti del governo, come il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia: "L'Italia si è rimessa in moto anche con trasporti e scuola. Ora manteniamo alto il controllo e il monitoraggio. Ringrazio ancora una volta tutte le Regioni e gli enti locali, i ministeri competenti e tutti i lavoratori che hanno fatto un lavoro nuovo, difficile e complicato".

A stretto giro sono arrivate le nuove raccomandazioni della segretaria nazionale della Filt Cgil, Maria Teresa De Benedictis: "Ribadiamo la necessità – ha spiegato in una nota la dirigente del sindacato dei lavoratori dei trasporti – di istituire presìdi di controllo perché non può essere demandato all'autista l'obbligo di verificare il rispetto delle misure, stabilite dalle linee guida del ministero dei Trasporti, come il controllo del numero di passeggeri trasportati o l'indice di riempimento dei mezzi”.

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