Il coronavirus continua a mietere le sue vittime indirette. Alla crisi economica che sta attraversando tutti i settori dell’economia italiana per via delle chiusure delle attività, corrisponde infatti un notevole impoverimento dei lavoratori che si trovano così ad avere un ulteriore problema: pagare l’affitto alla fine del mese. Un problema comune a famiglie in cassa integrazione, partite iva, studenti e lavoratori fuorisede. Numeri in crescita, che possono trasformarsi in una valanga di sfratti per morosità nei prossimi mesi. Occorrono aiuti economici nazionali, regionali e comunali, ricorda Francesco Rienzi del Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari) bolognese. Nell’ultimo mese, il solo il sindacato degli inquilini bolognese, ha ricevuto più di 300 telefonate e mail di famiglie e persone che hanno difficoltà a pagare il canone mensile dei loro appartamenti.

Il decreto Cura-Italia, dello scorso 17 marzo, denuncia Rienzi, non contiene norme specifiche sull’affitto, a parte il blocco delle esecuzioni degli sfratti fino a settembre e un credito d’imposta del 60% per il pagamento del canone di marzo dei negozi. Manca una norma che sospenda il pagamento a causa dell’emergenza sanitaria. A livello nazionale, in vista del nuovo decreto di aprile, il Sunia, ha richiesto almeno 300 milioni di euro di rifinanziamento del fondo per il contributo affitti e per la morosità incolpevole. Alla regione Emilia Romagna, invece, la richiesta di ripartire 12 milioni di euro per il contributo affitti.

Richieste di aiuto chiare e sostanziose per evitare che le difficoltà diventino degli sfratti. Nel frattempo, considerato che lo sfratto non converrebbe neppure ai proprietari, i sindacati del settore proseguono sulla strada della conciliazione tra le parti. A Bologna, per esempio, è stato integrato un accordo territoriale sui canoni concordati per permettere di stabilire il canone al di sotto del minimo previsto senza far perdere le agevolazioni fiscali disposte dai Comuni. Inoltre, le associazioni sindacali di categoria, hanno chiesto al Comune l’immediato spostamento delle scadenze Imu e Tari del prossimo mese di dicembre, una riduzione dell’Imu per i proprietari che accettano di rinegoziare i canoni e un sostegno per chi decide di passare dai contratti liberi a quelli concordati.

Una sfida necessaria, “perché non è solo un problema di affitto -  continua Rienzi - ma anche di economia e di attrattività di Bologna e dell'area metropolitana che hanno bisogno, per la ripresa economica, di continuare ad attirare studenti, lavoratori e imprenditori sul nostro territorio”.