"Dopo la settimana di mobilitazione sul clima, che per l'alto livello di partecipazione, soprattutto dei giovani e del movimento dei Fridays for future - con oltre un milione di persone in 180 piazze italiane -, è stata per noi motivo di enorme soddisfazione, si parla ora, anche a livello europeo, di riconversione ecologica dell'economia. Il new green deal è diventato un argomento all'ordine del giorno anche del nuovo governo, che ha dedicato al tema alcuni capitoli della nota di aggiornamento del Def. Bisogna vedere, però, se dalle parole si passerà ai fatti con la legge di bilancio 2020". Così Simona Fabiani, dell'area politiche per lo sviluppo Cgil, oggi (2 ottobre) ai microfoni di RadioArticolo1.

 

Un altro spunto interessante è quello della costituzione di un fondo di investimenti pubblici proprio finalizzati alla riconversione ambientale, alle 'rinnovabili', all'efficienza energetica e alla riqualificazione urbana. "Si parla di 50 miliardi, però su un orizzonte pluriennale non ben specificato. Così come rimangono quasi 18 miliardi di sussidi alle fonti fossili, sotto forma di aiuti agli autotrasportatori, di differenziale sui costi delle accise fra diesel e benzina. mentre non si parla a sufficienza di mobilità sostenibile, nel senso che occorrerebbe incentivare il passaggio dal trasporto individuale al tpl. Insomma, nel Def ci sono solo accenni, ma la consistenza delle risorse è irrisoria e una vera svolta verso la tutela ambientale in termini anche di lotta al dissesto idrogeologico, messa in sicurezza del territorio, qualità delle acque, recupero delle perdite idriche, ancora non si vede", ha spiegato la dirigente sindacale.

"Oltretutto, sono tutti settori che, se fossero sostenuti da investimenti reali, sarebbero a grande intensità di manodopera, e quindi darebbero una risposta importante - oltre che alla tutela del territorio e alla prevenzione -, alla domanda di lavoro che c'è nel Paese. Sono tutti lavori che devono comunque essere portati avanti, tenendo conto che il pianeta ha risorse limitate, la popolazione cresce, al pari delle diseguaglianze, le risorse devono essere ripartite in modo più equo, per arrivare a una contrazione della produzione e dei consumi. E in questa grande transizione da portare avanti il governo deve coinvolgere tutto il mondo del lavoro e del sindacato, protagonista diretto del cambiamento da attuare in tanti settori produttivi. E occorre fare in fretta, perchè non c''è più molto tempo: secondo gli scienziati, abbiamo solo undici anni a disposizione per cambiare modello di sviluppo e salvare il pianeta", ha concluso la sindacalista.