Non ci fermiamo. “Dopo Padova e Sapienza saremo in tante altre università, molto presto. E questa volta non solo in presidio: ma in costruzione attiva di un’altra idea di sapere, di politica e di mondo”, così l’Udu (l’Unione degli universitari) risponde alle dichiarazioni della presidente Meloni sugli atenei occupati che, si legge in una nota, “rivelano, ancora una volta, quanto il governo sia incapace di leggere ciò che sta accadendo nelle università italiane”.
E ancora: “Di fronte a studenti e studentesse che, all’interno delle occupazioni in atenei come Sapienza e Padova, stanno costruendo spazi di dibattito, confronto e solidarietà con il popolo palestinese, la presidente preferisce attaccare, semplificare, delegittimare. Parla di ‘provocatori professionisti’”.

Per l’Udu Meloni  “evita accuratamente di nominare ciò che sta muovendo la nostra generazione: la richiesta di un cessate il fuoco immediato, la fine del genocidio in corso, la rottura dei rapporti con le istituzioni israeliane coinvolte nei crimini di guerra, e il bisogno urgente di un’Italia che non stia a guardare”.
Insomma, “mentre si guarda il dito — i blocchi, gli striscioni, i cori — si ignora la luna: un movimento reale, determinato, in espansione. Che non si fermerà. Stiamo portando nelle università un dibattito che altrove è silenziato. Lo faremo ancora, lo faremo ovunque”.

“Non ci intimidiscono né le provocazioni dall’alto, né la retorica dell’ordine pubblico. Le università italiane devono schierarsi dalla parte del diritto, non del silenzio. E se il governo pensa di spegnere la voce di chi oggi chiede giustizia, sappia che ha davanti una generazione che non ha più intenzione di stare zitta”, conclude il comunicato.