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Dopo lo sciopero generale del 3 ottobre, in Italia non si ferma la mobilitazione per Gaza e per la Palestina. Oggi, sabato 4 ottobre, la Cgil partecipa alla manifestazione nazionale convocata dalle associazioni palestinesi a Roma. La partenza è prevista a Porta San Paolo alle 14.30.
“Saremo in piazza per Gaza – spiega la Confederazione – per chiedere il cessate il fuoco immediato, per l’apertura dei corridoi umanitari e l’assistenza alla popolazione civile palestinese, per lo stop alla pulizia etnica ed al genocidio e per la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri politici”.
Il dovere della disobbedienza civile nonviolenta
Per il sindacato di Corso d’Italia “è giusto mobilitarsi e organizzare ogni forma di denuncia, di protesta, di disobbedienza civile in modo nonviolento, chiedendo al nostro governo, al Parlamento italiano e alle istituzioni europee e internazionali di usare tutti gli strumenti politici, economici, diplomatici comprese sanzioni e la sospensione di accordi di cooperazione militari e commerciali con il governo israeliano fino a quando non ci sarà il cessate il fuoco e la fine dell’occupazione”.
Israele ha violato ogni regola
Oggi, prosegue la nota della Confederazione, “esiste una consapevolezza diffusa, in particolare fra le giovani generazioni, che quanto sta accadendo a Gaza è un crimine che travalica anche lo stesso concetto di genocidio”. Per il sindacato “si sta violando l’insieme delle regole che la comunità internazionale si è dotata dalla fine della Seconda guerra mondiale ad oggi".
Al governo italiano e all’Europa: subito fatti concreti
Per questo motivo la Cgil chiede al governo italiano e alle istituzioni europee e internazionali di “agire subito con fatti concreti prendendo tutte le necessarie misure politiche, economiche, diplomatiche per fermare l’azione criminale del governo Netanyahu; di esigere il rispetto del diritto umanitario ed internazionale, e di dar corso al riconoscimento dello Stato di Palestina, attuando la soluzione dei ‘due Stati per i due popoli’. Per queste rivendicazioni ci battiamo anche nel sindacato europeo e internazionale”, aggiunge il sindacato.
Mobilitarsi è un dovere
“Mobilitarsi oggi contro questa efferata violenza ed impunità delle azioni del governo di Israele contro il popolo palestinese è un dovere per continuare ad essere umani, con l’obiettivo di costruire le condizioni per una pace giusta fondata su di un sistema di sicurezza comune e di rispetto del diritto internazionale”.
Rivendicare la pace contro la violenza
È una fase storica difficilissima, nella quale - ragionano in Corso d’Italia - “la corsa al riarmo, la destrutturazione del sistema multilaterale e del diritto internazionale, il ritorno di ideologie nazionaliste, suprematiste ed autoritarie si stanno imponendo in Europa e nel resto del mondo, ridefinendo le aree di influenza con l’uso della forza e con la guerra come prolungamento della politica”.
A fronte di questo, “noi abbiamo un’unica certezza: senza pace e senza sicurezza globale comune, non ci sarà spazio per le democrazie e per i diritti. Queste sono le ragioni alla base della partecipazione alla manifestazione nazionale convocata dalle organizzazioni palestinesi sabato 4 ottobre a Roma”.
La pace è l’unica arma per difendersi.