Si può dire no all’austerità in molti modi. Nelle piazze, nelle urne elettorali, nell’attività politica e sindacale quotidiana. E in un confronto di alto livello, in un convegno o seminario nel quale guardarsi in faccia e ascoltarsi reciprocamente. L’iniziativa odierna organizzata dalla Cgil è di quest’ultimo tipo. E raccoglie - in Corso d’Italia, diretta su Collettiva dalle 9.30 alle 14 – alcuni tra i leader e le associazioni sindacali più importanti d’Europa.
Abbiamo chiesto a Salvatore Marra, coordinatore dell’Area internazionale Cgil, di illustrarci questo appuntamento: “Si svolge in un momento storico particolare – spiega il dirigente Cgil -. Si sta formando la nuova Commissione europea che, tuttavia, non rispetta in alcun modo la composizione del Parlamento, poiché viene designata dai governi nazionali. Di fatto, la Commissione non riflette i risultati elettorali e non rispetta la volontà popolare”.
Un messaggio chiaro
“Allora vogliamo inviare un messaggio chiaro alle istituzioni europee – precisa Marra -: le politiche di austerità sono fallimentari e ci opporremo in ogni modo. Le abbiamo già sperimentate, e non hanno risolto nessuno dei problemi che ci siamo lasciati alle spalle prima della pandemia e della fase di guerra che purtroppo stiamo vivendo”.
“L’austerità – prosegue Marra – ha prodotto una depressione economica senza favorire la crescita, e ha desertificato i servizi pubblici essenziali, come la sanità, come abbiamo visto durante la pandemia. Inoltre, ha avuto effetti devastanti sul lavoro, aumentando la precarietà e lasciando mano libera alle multinazionali”.
Ma una delle conseguenze più preoccupanti, per il dirigente sindacale, “è stato il ritorno di una destra estremista al potere. I cittadini non si sentono più parte dello Stato, e in assenza di servizi pubblici si rivolgono all’estrema destra. Questo clima di odio è il risultato di una riduzione delle risorse e delle opportunità di partecipazione alla società”.
La giornata e gli interventi
Quindi “No all’austerità. Per un’Europa dei diritti, del lavoro e della solidarietà”, questo il titolo dell’evento Cgil, che vuole “proporre una visione sindacale per un nuovo modello di sviluppo in Europa, fondato su diritti sociali inclusivi, salari dignitosi, servizi pubblici efficienti e una solida contrattazione collettiva”.
L'incontro si aprirà con l'introduzione di Marra, seguita dagli interventi di Stefano Palmieri, che parlerà della "Riforma della governance Ue, rapporto Draghi e Letta: dove va l’Ue?", e di Christian Ferrari, segretario confederale della Cgil, che affronterà il tema "La legge di bilancio italiana: torna l’austerità?".
Due tavole rotonde
Seguiranno due tavole rotonde che riuniscono rappresentanti sindacali di spicco a livello europeo. La prima, "Stop austerità: finanziare i servizi pubblici, fermare la precarietà, investire nel lavoro di qualità", vedrà la partecipazione di Sophie Binet, segretaria generale della Cgt (Francia), PierPaolo Bombardieri, segretario generale Uil (Italia), Jan Willem Goudriaan, segretario generale Epsu (la Federazione sindacale dei servizi pubblici europei); e Unai Sordo, segretario generale delle Comisiones Obreras (Spagna). Durante il dibattito, si analizzeranno le conseguenze della precarizzazione del lavoro e le difficoltà dei servizi pubblici a fronte dei tagli causati dall’austerità.
La seconda tavola rotonda, "Investimenti per la crescita, per governare le transizioni e per il rilancio dell’industria", vedrà la partecipazione di Thierry Bodson, presidente della Fgtb (Belgio), Judith Kirton-Darling, segretaria generale di IndustriALL Europe, e Paul Nowak, segretario generale del Tuc (Regno Unito). I leader sindacali discuteranno delle strategie di investimento per rilanciare l’economia europea, governare le transizioni industriali e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva.
Austerità = ingiustizia sociale
Le conclusioni saranno affidate a Esther Lynch, segretaria generale della Confederazione europea dei sindacati (Ces), e a Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. “Insieme – leggiamo nella nota stampa della Cgil -, i due leader delineeranno una visione comune per contrastare l’austerità e promuovere un'Europa più giusta e solidale, ponendo al centro i diritti dei lavoratori e la tutela dei servizi pubblici. L'iniziativa si concluderà con una conferenza stampa, durante la quale Landini, Lynch e gli altri relatori risponderanno alle domande dei giornalisti”.
“Non dobbiamo dimenticare – riprende il ragionamento di Salvatore Marra - che, se il Patto di stabilità e crescita non fosse stato sospeso, durante la pandemia avremmo avuto decine di migliaia, se non milioni di morti in Europa. Quelle regole erano incompatibili con la situazione straordinaria che stavamo affrontando. E la situazione attuale è ancora straordinaria, visto il conflitto bellico che assedia l'Europa”.
Il caso spagnolo: i diritti non “rovinano” l’economia, anzi
L'iniziativa di oggi vuole anche “dimostrare che c’è speranza”, precisa Marra: “I momenti chiave saranno le due tavole rotonde. Da un lato, si discuterà del caso spagnolo, che grazie alle riforme del lavoro smentisce la visione economica dominante. Dall'altro, ascolteremo cosa hanno da dire i britannici sulla nuova prospettiva di crescita e tutela dei diritti del governo a guida laburista”.
“Il segretario generale delle Comisiones Obreras, Unai Sordo, ci mostrerà che esiste un’alternativa valida all’austerità: più diritti, le riforme del mercato del lavoro di Yolanda Díaz, più investimenti in infrastrutture e trasporti, e una maggiore partecipazione delle parti sociali nella definizione delle riforme strutturali, come quelle sulle pensioni, la contrattazione collettiva e l’aumento del salario minimo”.
Per il coordinatore dell’area internazionale Cgil “queste riforme, criticate dalle istituzioni europee perché si temeva potessero aumentare il debito pubblico, hanno avuto invece l’effetto opposto. Oggi la Spagna non è in procedura di deficit eccessivo, né in infrazione, e cresce più di qualsiasi altro Paese europeo”.
Regno Unito: cosa ci si aspetta dal nuovo corso
Sarà poi interessante, nella seconda tavola rotonda, ascoltare il leader del Tuc britannico, Paul Nowak, esporre quelli che potrebbero essere i lineamenti della riforma del lavoro messa dal premier Keir Starmer sul trampolino di lancio. “Nei primi 100 giorni – è ancora Marra a parlare -, il governo laburista ha promesso un pacchetto di riforme che abrogherà alcune normative approvate dai conservatori negli ultimi anni, introducendo al contempo nuove norme.
Il programma, definito Make Work Pay, è stato concordato con i sindacati. Prevede l'abolizione della legge sui servizi minimi durante gli scioperi, il ripristino della contrattazione collettiva, l'abolizione dei contratti a zero ore e l'introduzione di riforme progressiste nel mercato del lavoro. È evidente che, sebbene il Regno Unito sia uscito dall'Unione Europea, ha ancora bisogno di mantenere una forte connessione politica, economica e sociale con l'UE, di cui l'Italia è il secondo mercato di scambio per il Regno Unito, un aspetto da non sottovalutare”.
“Un segnale chiaro”
Inoltre, “la presenza di IndustriAll e delle altre federazioni europee, come quella dei servizi pubblici, che è stata la più colpita dalle politiche di austerità, sarà fondamentale. Il futuro della manifattura tedesca, legato a doppio filo con quella italiana, è un altro esempio della necessità di una visione chiara e coerente, soprattutto con le recenti questioni legate ai dazi cinesi”.
No all’austerità, ovviamente, anche in Italia: “Il piano strutturale di bilancio, come spiegherà Christian Ferrari, è in linea con le nostre previsioni: addio Next Generation EU, addio Sure, addio investimenti. In Italia e in Europa siamo pronti a dare un segnale chiaro alle istituzioni contro il ritorno di politiche restrittive, ovvero che ci opporremo con ogni mezzo al ritorno dell’austerità”, conclude Marra.