“Operatrici e operatori aggiornati sono fondamentali per garantire a tutte e tutti un servizio competente e vicino ai bisogni reali delle persone. Nel Coordinamento Formazione Inca nazionale abbiamo presentato il Piano Formativo 2026 e aperto uno spazio di confronto per parlare di crescita organizzativa e valorizzazione delle competenze”. Con queste parole il patronato della Cgil ha rilanciato nei post sulle sue pagine social l’evento organizzato a Rimini per discutere di formazione e pianificare l’attività del prossimo anno.

Una due giorni in cui si sono alternati gli interventi del dipartimento formazione ed esteri di Inca. “Danni da lavoro, tutela dei migranti, riforma della disabilità, convenzioni internazionali, casse libero professionali, sono solo alcune delle tematiche che affronteremo nel piano formativo 2026. Tematiche per noi prioritarie come centro nazionale, prioritarie anche per i territori che quotidianamente incontrano lavoratori e lavoratrici che necessitano di una tutela proprio su questi temi”, ha detto Davide Cappelletti, responsabile formazione Inca Cgil. 

“Per governare, per affrontare questa grande trasformazione, la formazione può essere la leva strategica, ci permette di sperimentare innovazione, ci permette di tutelare i diritti dei cittadini, di promuovere equità e di rafforzare le competenze diffuse delle nostre strutture. Servono nuove competenze e servono nuovi modelli organizzativi”, ha detto Lorella Brusa, del collegio di presidenza dell’Inca Cgil.  

"C’è un nucleo di operatori specializzati all’estero che formerà le varie strutture italiane rispetto alla legislazione invece dei vari paesi. Quindi ci sarà una conoscenza bidirezionale. Dall’Italia verrà fatta la formazione per l’estero rispetto alla legislazione italiana, dall’estero verrà fatta la formazione per le varie strutture in Italia rispetto alle legislazioni previdenziali dei vari paesi”, ha specificato Giuseppe Peri, responsabile esteri Inca Cgil. 

Ai dirigenti nazionali del patronato si sono aggiunti il contributo della professoressa Emanuela Proietti dell’Università Roma Tre; le buone pratiche territoriali presentate da coordinatrici e coordinatori regionali; la testimonianza di Samira Chahid, studentessa che ha dedicato la propria tesi di laurea alla formazione Inca come leva strategica per il patronato. A tirare le fila di una due giorni importantissima per il cuore dell’azione dell’Istituto è stata Serena Sorrentino, della Cgil nazionale.

“Perché affrontare il cambiamento – si legge sulle pagine social dell’Inca – è possibile solo insieme, con una formazione continua, condivisa e accessibile a tutte e tutti. E la tutela dei diritti cresce con le persone che la rendono possibile”.

Le esperienze dell’Inca in tre regioni: Puglia, Toscana e Umbria

inca formazione regioni
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(Montaggio a cura di Daniele Diez)