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Da undici giorni quattro lavoratori di Eurallumina vivono sul tetto del silo 3 nello stabilimento di Portovesme. Non è una protesta simbolica: è un ultimatum. Esasperati dallo stallo della vertenza e dall’assenza di prospettive chiedono che il Governo sblocchi le azioni Rusal, ferme dal 2023 per effetto delle sanzioni legate al conflitto russo-ucraino. Lo stabilimento avrebbe un piano di rilancio da 300 milioni di euro, ma gli operai sono tutti in cassa integrazione, con lo stabilimento è fermo mentre 1.500 famiglie restano sospese.
Falcinelli: “Sbloccare le azioni entro il 10 dicembre”
Il segretario generale della Filctem Cgil, Marco Falcinelli, dà voce alla protesta dei lavoratori: “Chiediamo alla Presidenza del Consiglio di lavorare rapidamente allo sblocco delle azioni entro il 10 dicembre, data dell’incontro previsto al ministero delle Imprese e del made in Italy”. È una scadenza considerata decisiva perché ogni ulteriore rinvio rischia di rendere irrecuperabile la ripartenza dello stabilimento.
Sedici anni di vertenza, uno stallo che si aggrava
Solo pochi mesi fa la vertenza sembrava vicina a una svolta. Il Dpcm energia per la Sardegna aveva aperto la strada alla riattivazione dell’impianto di Portovesme. Poi lo stop: il congelamento delle azioni della società proprietaria, la russa Rusal, ha bloccato l’erogazione dei fondi necessari per garantire manutenzione e gestione — circa due milioni e mezzo di euro al mese. Da quel momento lo stabilimento si è fermato del tutto e la forza lavoro è stata collocata in cassa integrazione, accentuando un’attesa che dura ormai da sedici anni.
Se i tempi slittano, il Governo eroghi le coperture
Falcinelli ribadisce che lo sblocco è la soluzione più rapida. Ma se per ragioni tecniche i tempi dovessero ulteriormente allungarsi, l’Esecutivo deve intervenire con una misura temporanea: erogare direttamente le coperture economiche all’Agenzia del Demanio, oggi responsabile della custodia e gestione dello stabilimento. “Sono risorse che la stessa Rusal dovrà restituire al momento dello sblocco delle azioni” sottolinea il segretario generale. È un passaggio ritenuto indispensabile per rimettere in moto l’impianto e riportare al lavoro il personale.























